PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA i primi annovero la presa di contatto diretta e cordiale con la popolazione più bellicosa della Nazione. Egli riceveva continuamente visite di gruppi e saggiamente pensò che fosse meglio ricevere tutti in una volta i capi e i notabili di Scutari, Kosova e Dibra, perché non solo essi entrassero collettivamente in rapporti col Presidente, ma anche perché si conoscessero tra loro una buona volta e passassero a scambi di rapporti più intensi e cordiali. Alla riunione presero parte cinquecentoqua-ranta persone, le più rappresentative delle montagne e quasi tutte fiere di ricche tradizioni familiari per atti di valore e di cavalleria. I montanari, carichi di armi e splendenti di oro e di argento, si riunirono attorno al giovane Condottiero, il quale tenne loro un discorso forte e semplice, incisivo e cordiale, invitandoli alla pace, al lavoro, al patriottismo, alla concordia. Pratico della mentalità dei montanari, seppe parlare in maniera tanto persuasiva che essi, pur avendo per rigido costume di non applaudire ma assentire con cenni del capo o con la parola, dimenticarono la tradizione e con voce possente e unanime gli gridarono il loro affetto devoto. Molti tuonarono : « Viva il nostro Re ! ». L’adunata simpatica e geniale si chiuse con la 125