la loro influenza non si limita alle loro coste, ma abbraccia tutto il commercio oceanico. Stabilite queste premesse, esaminiamo i tre elementi fondamentali del potere marittimo: il traffico marittimo, i possedimenti oltremare e le forze combattenti - elementi che danno a chi possa pienamente disporne la facoltà di parlare con la certezza di essere sempre attentamente ascoltato. I possedimenti oltremare, ossia le colonie o semplici stazioni commerciali, furono, come in Grecia e nel Nord America, i precursori del commercio; altre volte invece il commercio creò stazioni commerciali, come in Fenicia e nelle Indie Orientali; in altri casi infine ragioni puramente militari spinsero ad occupazioni territoriali che a loro volta favorirono lo sviluppo del commercio e di nuove colonie. « Il commercio delle Piantagioni è stato la culla della navigazione e dei marinai del Regno » (I) scrissero i Commissarii delle Dogane ai Lords of Trade nel 1768. In realtà è ben difficile poter attribuire una priorità ad uno qualsiasi dei suddetti tre elementi del potere marittimo. Gli uomini del secolo XVII, osserva il Beer, argomentavano intorno al trinomio navi, commercio, colonie come di cose fra loro interdipendenti. La Marina permetteva all’Inghilterra di proteggere il suo commercio con l’Estero, mentre l’aumentato commercio le dava motivo di accrescere la potenza navale. « La vostra flotta ed il vostro commercio », si dice abbia dichiarato Lord Haversham alla Camera dei Lords « sono così strettamente uniti l’una all’altro ed hanno una così grande reciproca influenza che non è facile scinderli. Ili commercio è il padre ed il tutore dei vostri marinai, i vostri marinai sono la vita della vostra flotta, la flotta è la sicurezza e la protezione del vostro commercio, e tutti insieme sono la ricchezza, la forza, la sicurezza e la gloria dell’Inghilterra » (2), II potere marittimo, forza che sorge dalla stessa vita del popolo, poggia, come su un tripode, su tre basi, sul traffico marittimo, sulle colonie e sulla forza navale che dovrà essere capace di vincere quella nemica e di proteggere il proprio traffico marittimo. Essa dovrà agire in modo conforme alle leggi che governano la condotta della guerra sul mare, ossia alle « leggi di diritto marittimo », per non incorrere nel rischio di aggiungere nuove forze ai suoi avversari. (1) G. L. BEER: The old colonial system. Vol. I, pag. 17. (2) Parliamentary History, vol. VI, pag. 380, riportata dal Beer. Op. cit. 30