Così, mentre una marina aumentava costantemente la grandezza ed il numero delle flottiglie di unità siluranti aggregate alla flotta, l’altra rispondeva con eguali aumenti nella grandezza e nel numero delle sue flottiglie di cacciatorpediniere. Allo Jutland ciascuna flotta aveva raggiunto approssimativamente lo stesso numero di unità di flottiglia. La speranza nutrita dai tedeschi che la inferiorità nel numero delle navi da battaglia potesse essere compensata da una maggiore forza di siluranti nòn fu realizzata: le flottiglie avevano avuto nelle due Nazioni pressocchè lo stesso sviluppo. Il numero di unità non fu quindi conseguenza della applicazione di una speciale dottrina tattica, basata sulla proporzione fra il numero delle unità di flottiglia e quello delle navi di linea, ma il risultato di una gara il cui scopo — inevitabile e logico — era quello di cercare di raggiungere la superiorità sull’avversario. Nessuno può naturalmente desiderare che questa gara abbia a ripetersi ma se l’azione collettiva non potesse essere realizzata, occorrerebbe ricercare un’altra base di accordo; ed è ovvio ammettere che condizione fondamentale dovrà essere che la forza di cacciatorpediniere aggregati alla flotta dovrà essere in rapporto a quella dell’avversario. Vi è un argomento che merita speciale attenzione e che sfugge alle obiezioni ora espresse: una flotta di navi da battaglia, qualunque sia la grandezza delle sue unità, richiede una difesa antisommergibile; anche se le sue unità dovessero avere il dislocamento imposto alla Germania, ossia di 10.000 tonn., esse non sarebbero immuni dagli attacchi siluranti. Le unità di 2.000 tonn., che hanno buone qualità nella difesa delle vie di traffico, non hannG la necessaria velocità per poter essere aggregate alla flotta. Per il servizio della flotta oocorrono unità cacciatorpediniere che abbiano velocità superiore a quella delle unità adibite alla protezione del traffico, non già perchè la protezione delle navi da battaglia sia più importante di quella del naviglio mercantile (tuttavia anche questa ragione sarejbbe valida giacché se le navi da battaglia fossero distrutte il commercio sarebbe annientato) ma perchè le unità destinate ad accompagnare le navi maggiori debbono poterle seguire in ogni circostanza. Le unità del tipo degli attuali cacciatorpediniere, sono pertanto, come ha dimostrato l’esperienza, indispensabili per operare con la Flotta. 180