quindi essere sorpreso se la Francia abbia rifiutato di accettare tale assegnazione di forze così esposte per la loro poca maneggevolezza ad essere fortemente menomate da un qualsiasi incidente, nè tanto meno deve sorprendere se la Gran Bretagna ha rifiutato di accettare delle proposte che la metterebbero alla mercè della Francia o che la obbligherebbero ad aggiungere altre cinque costose unità alla sua flotta. E tanto meno ancora è poi da meravigliarsi se la Francia, vedendosi negare la possibilità di avere una flotta da battaglia, quale essa aveva sempre posseduta nel passato, abbia volto lo sguardo alla flottiglia quale unico mezzo per garantire la sua sicurezza. E’ opinione di chi scrive che la soluzione si sarebbe potuta trovare in un tipo di unità da battaglia di dislocamento alquanto inferiore alle 35.000 tonn. Abbiamo infatti già dimostrato che la grandezza raggiunta dalle navi non è dovuta a necessità costruttive per raggiungere una determinata potenza offensiva o difensiva e la proposta dell’Inghilterra, di ridurre di più di un terzo la grandezza delle navi, comprova questa affermazione. Un accordo su un dislocamento inferiore consentirebbe di raggiungere la proporzione accettabile sia dalla Francia che dall’Inghilterra e di ridurre conseguentemente il peso degli armamenti navali. La Francia, adeguando la sua flotta alle sue necessità, non sentirebbe il bisogno di dare così vasto incremento al suo naviglio silurante. Rivolgendo ora il nostro esame alla situazione dell’Italia, troviamo una marina di data relativamente recente, le cui tradizioni risalgono ai Romani, e che ha precursori nelle marine di Venezia' Genova, Pisa, Napoli e Sardegna. La Marina italiana nacque dopo l’unificazione del paese, nella seconda metà del secolo XIX. La giovane Italia percepì facilmente la ineluttabilità delle sue necessità marittime, quali risultano dalle sue coste esposte ad ogni minaccia, dalla sua marina mercantile esposta ad ogni attacco e dalla possibilità che un esercito invasore si avvantaggi dal libero uso del mare per i propri rifornimenti di viveri e materiali. Alla fine del secolo XVIII era apparso evidente quale importanza avesse nello svolgersi della campagna in Italia il dominio delle rotte marittime nel golfo del Leone e nell'Adriatico. Tale uso delle rotte costiere fu molto utile nella guerra Peninsulare, mentre in circostanze analoghe esso venne impedito dalla flotta inglese agli eserciti Franco- 116