CAPITOLO III LE LIMITAZIONI AL POTERE MARITTIMO Il potere marittimo non solo influisce con la sua azione sui Tapparti economici e commerciali delle nazioni coinvolte nella lotta, ma anche su quelli delle nazioni che ne restano estranee. Fin dai tempi più remoti fu pertanto riconosciuta la necessità di disciplinare l’azione contro il commercio con norme particolari le quali, per ottenere il consenso generale, dovettero armonizzare gli interessi dei belligeranti con quelli dei neutri. L’interesse di un belligerante è di ostacolare per quanto possibile att'avversario l’uso del mare, mentre è interesse dei neutri mantenere il normale traffico con ambedue i belligeranti e accrescere possibilmente gli affari perchè i propri produttori, i commercianti e gli armatori ne abbiano i maggiori guadagni. Uno Stato che disponga del potere marittimo si troverà quindi necessariamente in conflitto con gli interessi privati delle nazioni neutrali, i cui governi saranno portati ad interpretare le leggi di « Diritto marittimo » in modo da favorire i propri cittadini. Durante la lunga serie di guerre dalle quali il Mahan trasse elementi per dimostrare l’influenza del potere marittimo nel mondo, il diritto internazionale o « Diritto delle Genti » era in via di formazione. « L’influenza del potere marittimo nella storia si manifestò in modo evidente nel periodo che va dal 1648 al 1765, nel quale sotto la pressione della politica inglese e della sua corte delle prede, nonostante la opposizione dei neutri, fu possibile gettare le basi di 'quelle leggi sulla proprietà del nemico e sui diritti dei neutri che, 49