distaccate che il nemico potrebbe impiegare per aggredire i centri e le colonne di rifornimento. In mare la flotta corrisponde agli eserciti in campo e gli incrociatori ai reparti di truppe impiegate sulle linee di comunicazione. La Marina dovrà quindi essere costituita : 1.) da una forza principale (flotta da battaglia), la cui potenza dovrà essere determinata dalla entità delle forze dello avversario, dalla situazione geografica dei belligeranti e dallo svolgimento della manovra strategica; 2.) da una forza di incrociatori di entità sufficiente a formare gruppi nelle posizioni ove potranno essere necessari, per contrapporsi ai probabili attacchi nemici alle vie di comunicazione. La flotta da battaglia o « grosso » E’ ovvio che l'entità del « grosso » o flotta da battaglia deve dipendere dall’entità del grosso dell’avversario. Per valutarne l’efficienza è però necessario un termine di paragone, un valore standard, per la stessa ragione che per misurare le lunghezze, la capacità o il dislocamento sono necessarie delle unità di misura quali il metro, di litro o la tonnellata. E’ possibile, peir facilitare una soluzione del problema degli armamenti navali, stabilire un valore standard, sul quale poter valutare le «flotte» da battaglia delle‘varie Potenze? 11 sistema ha certamente delle difficoltà; ciò nonostante in passato si arrivò a stabilire dei valori standard che si svilupparono gradatamente, mentre le competizioni aumentavano; quando uno dei contendenti non poteva più mantenersi in gara le forze si stabilizzavano. Le flotte francesi e spagnole del secolo XVIII erano costituite dal numero delle navi che potevano essere costruite nei limiti dei loro rispettivi bilanci; in cifra tonda, la Francia aveva in media ottanta navi di linea e la Spagna sessanta, e poiché le condizioni politiche facevano ritenere probabile che l’Inghilterra dovesse fronteggiare una loro coalizione, quelle flotte riunite costituivano lo standard della forza navale inglese, la quale poteva eventualmente contare sull’alleanza con l’Olanda. La politica navale della Gran Bretagna del « Two Powers 154