CAPITOLO V POTERE MARITTIMO E POTERE AEREO E’ largamente diffusa l'opinione che tutte le discussioni sulla potenza delle marine, sul tonnellaggio delle unità e sui problemi di diritto marittimo non abbiano più alcun interesse perchè il Potere marittimo, sostituito ormai quale elemento di politica dal potere aereo, avrebbe perduto ogni influenza. Se tali considerazioni fossero giuste le nazioni potrebbero comporre ogni divergenza sulla entità delle loro forze navali e sulla grandezza delle navi, perchè l’obiettivo finale della guerra sarebbe raggiunto senza che sia necessario l’impiego di unità navali. La volontà del nemico fu sempre sopraffatta abbattendo ogni ostacolo sul fronte terrestre e tagliando le vie di comunicazione terrestri e marittime con ogni altro territorio; gli eserciti operarono per vincere la resistenza opposta alla invasione e le marine per fiaccare, a mezzo della pressione economica esercitata con la guerra al traffico, la resistenza delle popolazioni e delle forze militari. Le marine dettero anche mobilità alle forze terrestri e crearono diversioni, aprendo nuove linee di attacco e privando il nemico di territori, fonti di ricchezza e di materiali. La nuova dottrina avrebbe reso tutte queste azioni superflue. Non occorrerà più debellare le forze avversarie per penetrare nel paese nemico e per esercitarvi una pressione, perchè le forze aeree eseguiranno direttamente lo attacco del territorio nemico, con il bombardamento dei suoi grandi centri demografici ed industriali e delle sue arterie di comunicazione. Sarà questo il nuovo mezzo che deci- 75