bile ed il cui numero dovrebbe essere quello strettamente necessario per compiere il servizio che essi debbono disimpegnare. A quelle piccole unità inferiori alle 2.000 tonn. non sono imposte le limitazioni stabilite per le unità incrociatori dato che il loro scarso armamento non influirebbe sul valore bellico della flotta; ogni nazione è quindi libera di costruirne nei limiti richiesti dalle sue particolari necessità. Chiunque consigli l’abolizione di un particolare tipo di unità o la limitazione di un qualunque particolare ¡strumento di guerra rischia di essere chiamato teorico. Epiteto più offensivo non può esistere nella mente dell’ « uomo di azione ». Le nazioni debbono quindi essere preparate ad accrescere ancora i loro bilanci navali, a meno che il problema generale del Potere Marittimo non possa essere considerato su nuove basi. Il cacciatorpediniere, che in origine era una piccola nave del costo di trentamila sterline, è attualmente una unità di un costo dieci volte superiore e la tendenza ad accrescerne ancora la velocità, caratteristica prevalente delle moderne costruzioni, fa prevedere ulteriori incrementi di spesa. E’ quindi essenzialmente pratico e non teorico chiedersi se le nazioni, per provvedere alla loro sicurezza, obiettivo essenziale del Potere Marittimo, debbano proprio continuare a fornirsi di questo tipo di unità o se non sarebbe forse possibile rimpiazzarlo con altro meno costoso; e se sussistono ancora gli stessi bisogni che ne resero necessaria l’adozione. Se la risposta a questo ultimo quesito dovesse essere negativa, ossia se non vi fosse altro tipo di unità per assolvere d compiti del grande cacciatorpediniere dovremmo concludere che le nazioni vivono nella più grande illusione, nei riguardi della sicurezza delle loro linee di comunicazione. La guerra ha infatti chiaramente dimostrato quale grande numero di unità fosse necessario per provvedere alla sicurezza delle comunicazioni marittime degli alleati. Per sorvegliare le rotte di traffico e per organizzare il sistema dei convogli, fu infatti necessario un servizio di vigilanza nell’Atlantico, nel Mare del Nord, nella Manica e nel Mediterraneo da parte delle flottiglie di cacciatorpediniere della Francia, dell’Inghilterra, dell’Italia e degli Stati Uniti, nonché di un piccolo contingente del Giappone. Circa quattro-cento unità furono fornite dall’Inghilterra, di cui ben duecento furono impiegate nelle sue acque nazionali mentre le comunicazioni mediterranee erano sorvegliate dalle forze riunite di tutti gli alleati. Se l’at-itacco alle linee di comunicazione dovesse essere svolta col metodo 175