cato un grave danno agli Stati Federali nella guerra di Secessione e compromesso la possibilità, da parte di una qualsiasi Potenza Marittima, di esercitare una pressione sul mare. La Dichiarazione di Parigi fissò le quattro leggi già dette. Si ebbe la sensazione che il « Potere marittimo dell’Inghilterra » stesse per essere disarmato. Lord Salisbury (1871), osservava infatti che mentre prima della dichiarazione di Parigi la flotta era stata « un potente mezzo per combattere e per annientare Napoleone » avendo potuto esercitare il blocco, perquisire le navi neutrali e catturare le merci nemiche, ora per un cieco utopismo era costretta ad abbandonare tutti questi mezzi di guerra per limitarsi al blocco di un porto o al bombardamento di qualche fortezza. « Io ritengo che dopo la dichiarazione di Parigi la flotta, per quanto preziosa nell’impedire l’invasione delle nostre coste, non potrà avere alcun altro efficace impiego » (1). Le dichiarazioni di Lord Salisbury rivelano il risentimento provocato in Inghilterra dall’azione di Lord Clarendon. Ma in realtà, nonostante che il potere marittimo avesse avuto dalla nuova dottrina « libere navi, libere merci » qualche limitazione, esso possedeva ancora, come dimostrarono gli ulteriori avvenimenti, molte risorse intatte. La legge sul contrabbando permetteva infatti di esercitare una forte pressione sul nemico, sia con la dichiarazione di blocco generale sia con l’applicazione di misure restrittive anche più rigorose di quelle emanate dagli stessi « Orders-in-Council », i quali avevano stabilito che tutti i porti da cui il commercio inglese era stato escluso con i Decreti di Berlino, dovessero essere « soggetti alle stesse restrizioni come se fossero realmente bloccati ». Nella notificazione del 16 maggio 1806 il blocco fu dichiarato su tutta la costa Europea compresa fra l’Elba e Brest ma non fu realmente applicato che nel tratto fra l’Elba e la Senna. In seguito (aprile 1809) alcuni « Orders-in-Council » furono abrogati e sostituiti da disposizioni che stabilivano il blocco delle coste della Francia, dell’Olanda e di parte di quelle della Germania e dell’Italia, ma la loro applicazione ebbe tali eccezioni, che la rottura del blocco divenne frequente e quasi normale. Cosicché, mentre l’Inghilterra affermava la necessità di isolare la Francia per costringerla alla resa, incoraggiava un traffico clande- (1) Hansard 6 marzo 1871, pag. 1364. 52