Francia ». E’ ormai ben noto che anche quando l'Inghilterra disponeva di una marina doppia di quella francese, e quando le sue operazioni non erano vincolate dalla Dichiarazione di Parigi del 1856 nè da quella di Londra, essa non agì mai senza riguardo verso la grande vicina, nè ebbe mai l’illusione di poter esercitare su di essa una pressione decisiva coi mezzi che il Potere Marittimo le consentiva di impiegare. Nonostante la sua grande superiorità essa non avrebbe potuto avventurarsi in una guerra senza considerare le enormi perdite a cui il suo commercio avrebbe dovuto sottostare. Nelle lotte del passato (ed è giusto prendere nota che esse furono molto limitate negli ultimi due secoli) anche quando il commercio francese fu compieta-mente annientato, quello inglese, pur continuando ad esistere, ebbe a subire gravissime perdite. Per la Francia i vincoli al commercio non erano determinati dal blocco dei porti, bensì dalla vigilanza esercitata dalle forze inglesi, che le impedivano ogni appoggio al proprio naviglio mercantile. E mentre il commercio inglese, per le catture operate da navi corsare, era sottoposto a ingenti perdite ed a grandi restrizioni per la necessità di riunire le navi in convogli, quello francese era completamente annullato. Sarebbe quindi un grave errore supporre che l’Inghilterra nel XVIII secolo fosse tanto sicura sul mare da potersi ridere della Francia. I suoi governanti ben ricordavano i danni causati dai corsari francesi nelle guerre di Luigi XIV e non volevano esporre il commercio a conseguenze analoghe. Il Bulke nel 1769 scriveva: « Al principio di quella guerra ( 1 ) come al principio di ogni guerra, i commercianti furono presi dal panico, molti abbandonarono i loro affari. In seguito il pericolo fu a poco per volta meglio valutato ». Non appena la marina potè esercitare tutta la sua influenza, i traffici furono ripresi sotto la protezione dei convogli. Ma nonostante la superiorità delle Forze Navali Inglesi neppure in tali contingenze fu ritenuto possibile trattare la Francia « come meglio piacesse ». L’Inghilterra non avrebbe potuto evitare i seri danni recati ai suoi importantissimi interessi sul mare. Questi avvenimenti si sono ripetuti nella grande guerra. La paralisi completa della navigazione ed i conseguenti gravissimi danni subiti dalla Germania non costituirono un colpo decisivo per questa grande Potenza, che oltre a disporre delle prodigiose risorse interne aveva la possibilità di ricevere continui rifornimenti attraverso le sue frontiere continentali. Quando la guerra sembrò imminente le stesse (1) The seVen years’ War, 1756-63. ///