le Nazioni avevano minori necessità di rifornimenti dall’estero, e quando l’industria non era un elemento fondamentale nella vita nazionale e le materie prime non erano così numerose, bastava limitare la lista del contrabbando ad alcune merci di natura militare, (armi, mezzi di trasporto, vagoni, finimenti per cavalli, etc.) ed a poche materie prime necessarie per la fabbricazione degli esplosivi. Oggigiorno queste condizioni sono notevolmente mutate e la guerra ha dimostrato chiaramente come sia irrazionale stabilire a priori una precisa, sicura e costante lista di articoli e materiali, da considerare merci libere o soggette al contrabbando. L’Italia in guerra avrebbe grande necessità di rifornirsi dall’estero : non sarebbe quindi sufficiente per la sua sicurezza essere immune dal blocco ma le occorrerebbero forse sufficienti per impedire ad un avversario di stabilire un sistema di sorveglianza, di intercettazione e di visita sulle navi neutrali dirette ai suoi porti. Tutti i sistemi di sorveglianza richiedono una grande dispersione di forze e queste debbono essere protette dal grosso perchè possano agire efficacemente e con sicurezza. La X Squadra Incrociatori eseguì per quattro anni la sorveglianza al Nord della Scozia, ma essa disponeva della protezione della Flotta riunita a Scapa Flow. Come sempre è avvenuto la « flotta da battaglia » costituisce l’elemento decisivo. La sicurezza dell’Italia contro l’isolamento dovrà quindi essere basata su una flotta da battaglia, che abbia almeno la capacità di contrastare a quella avversaria il libero dominio del mare. Queste considerazioni ci permettono di comprendere le ragioni che spinsero l’Italia ad affermare la necessità di possedere una flotta da battaglia uguale a quella della più forte potenza continentale. Nel Memorandum che essa presentò nel 1930 e di cui abbiamo già riferito essa dichiarava infatti: « l’Italia è preparata a priori ad accettare qual limite dei suoi armamenti qualunque cifra anche la più bassa, purché questa cifra non venga sorpassata da alcuna altra Potenza continentale in Europa ». Nei riguardi del problema della forza degli incrociatori l’Italia ha particolari necessità. Mentre gli incrociatori aggregati alle flotte principali hanno nelle varie marine compiti del tutto analoghi, i gruppi assegnati alla protezione delle linee del traffico debbono essere considerati in modo particolare. Così anche se l’Italia possedesse delle basi « fuori del Mediterraneo », alla mancanza delle quali fa riferimento il suo memoriale, la protezione della sua marina mercantile 120