ghes aveva suggerito, il numero degli incrociatori fosse stato calcolato in base al numero delle zone in cui essi dovranno essere impiegati e non in rapporto al numero di unità similari necessario ad altre Potenze, •e se gli uomini di Stato non fossero stati influenzati dal criterio, completamente errato, che i grandi dislocamenti siano indispensabili per attaccare il commercio e per effettuare lunghe traversate oceaniche. Il Potere Marittimo americano ha inoltre un altro importante obiettivo. L’opinione pubblica di questo grande Stato è da circa quarant’anni particolarmente sensibile a tutto quanto accade nei mari dell’Estremo Oriente. Il Giappone dopo la guerra con la Russia ha grandemente sviluppata la sua Marina e nel 1920 dette inizio ad un vasto programma di costruzioni comprendente 16 unità da battaglia. Non è possibile precisare fino a qual punto la decisione presa dagli Stati Uniti di creare una Marina eguale a quella della più grande Potenza Marittima abbia influito sulla decisione del Giappone di dare completa esecuzione al suo programma; sta di fatto che l’attuazione di tale programma avrebbe posto gli interessi americani in Estremo Oriente e nelle Filippine alla mercè del Giappone. La decisione di accordare l’indipendenza alle Filippine potrebbe forse consigliare l’America a riconsiderare il problema degli armamenti navali e la riduzione al limite massimo del dislocamento delle grandi navi, riduzione finora da essa fortemente avversata, ed il Giappone a riesaminare se la proporzione di forze assegnategli a Washington non sia, data la sua vantaggiosa situazione geografica, esuberante alle sue reali necessità. Il Potere Marittimo delle nazioni trarrebbe da una riduzione del tonnellaggio delle grandi navi indiscutibili vantaggi i cui effetti si estenderebbero sull’economia di tutta l’Europa. Circa ottanta anni or sono il Bastiat indicava la differenza esistente fra i buoni ed i cattivi economisti. I primi, egli diceva, considerano soltanto gli effetti immediati delle loro disposizioni, gli altri invece tengono altresì conto delle conseguenze che i loro provvedimenti potranno avere in futuro. Fra le cose da prevedere nello sviluppo delle varie marine è la « Parità Germanica » ossia il riconoscimento a questa nazione del diritto di possedere armi simili a quelle di cui sono armate le altre Potenze. Se tale uguaglianza verrà concessa, occorre esaminare quali conseguenze potranno verificarsi nell’assetto mondiale e se la costruzione di una nuova grande Flotta non costituirà nuova sorgente 104