324 convinti che l’armistizio firmato a Leoben si sarebbe chiuso, alla scadenza, con un trattato di pace. Il Teatro si riaperse con una buona stagione d’opera buffa. Fu dato La Scuola degli Amanti del Mozart, « dramma che tiene il terzo loco tra le sorelle nate da quel celeberrimo padre dell’armonia », come dice il Da Ponte, autore del poco felice libretto; e per seconda opera, La Donna di Genio volubile del Portugal.’1 Andriana Del Bene Ferraresi, per la quale il poeta cenedese aveva scritta la parte della protagonista de La Scuola degli Amanti, dando al perso-naggio il nome trasparente di « Fiordiligi, Dama Ferrarese », ne fu l’interprete anche a Trieste. Primo buffo era il Bergani, che venne poi scritturato per la stagione autunnale al Teatro di Zara per cantare ne La Donna dì Genio volubile:’2 Buoni elementi erano pure i Macchia-velli e lo Zanardi, che in seguito divenne un cantante di merito.53 Durante l’estate ancora, lo Zardon tornò da capo con le sue stravaganze, e il Pittoni si trovò nella necessità di riferire, il 21 luglio : « L’impresario Zardon a cui più volte ordinai di presentarmi la lista de Sogetti accordati per l’opera Seria, e buffa, mi diede per tutta una risposta con un sospiro, indi sparge lacrime, ed egli è affatto imbecile. Il Ricaldini suo commissionato, ne dice, ne risponde alle lettere, che gli scrivono; quindi è necessario che l’Ecc.o Gov.no autorizzi la direzione teatrale per un provedimento che si è quello di spedire sogieto in Italia a spese deH’Impresario perchè a tutto costo formi la compagnia rispetiva ». Gli venne risposto in tedesco, il 24 : « Si è fatto sapere intanto all’impresario teatrale che, qualora non attendesse seriamente ad adempire il contratto con tutta l’esattezza, si avrebbe inserito nella gazzetta l’invito, perchè qualcun altro, verso le stesse condizioni e a di lui spese, provveda il teatro nel veniente autunno del fissato spettacolo. Il medesimo ha però dichiarato che nel caso non gli giungesse col prossimo corriere da Venezia alcuna risposta favorevole sull’esito delle pratiche da lui ripetutamente fatte in Italia, egli vi si sarebbe recato in persona per regolare la questione nel modo migliore e conforme al contratto ». Il Pittoni veniva poi incaricato di parlare con lo Zardon, e di assicurarsi se davvero questi faceva il suo dovere; in caso contrario doveva avvertire il governo per i passi opportuni. Onde prevenire per il futuro a simili inconvenienti, il Pittoni doveva farsi presentare subito il cartellone del