77 Marco, Venezia 1855, voi. II, pag. 48; P. Molmenti, Carteggi casanoviani, vedi Indice; A. RavÀ, Lettere di donne, pag. 247; C. L. Curiel, G. Gugitz, A. Ravà, Patrizi e avventurieri, Milano, 1930, vedi Indice; P. Chiari, Il Teatro Moderno di Calicut, Venezia, Bassaglia, 1787, t. I, pag. 18. 43 B. Brunelli, Teatri di Padova, pag. 354. 44 Vittorio Malamani, Il Settecento a Venezia. La satira del costume, Torino 1891, pagg. 71-72. 45 Non è la Cavalieri nominata dal Da Ponte (Memorie, Bari 1918, voi. I, pagg. 138-139; II, pag. 284) come si è creduto; la Costanza del Ratto dal Serraglio era Francesca Elena Apollonia Cavalier, detta Caterina Cavalieri (Cfr. G. Gugitz, Den\wùrdig\eiten des Venezianers Lorenzo Da Ponte, Dresda, 1925, voi. I, pag. 417). 46 T. Wiel, Op. cit. n. 754 e 807. 47 S. Cordero di Pamparato, Il Teatro Regio, pag. 136. Un triste dietro-scena della ballerina ci viene rivelato da una lettera di Caterina Dolfin Tron al duca Serbelloni (Arch. priv. Sola-Busca-Serbelloni di Milano). Il 17 agosto 1787 ella lo prega di far ricevere nei Teatri di Milano o Firenze una ballerina, Tonina Torri, della quale racconta la dolorosa storia: «La mia ballerina è perseguitata in Venezia, è 10 anni sono a San Moisè (nell’autunno del 1765), fu assai applaudita, ma ebbe la disinvoltura di piacere moltissimo a Gerolamo Giustinian, morto ultimamente, che fu figlio del Cavalier. Codesta donna gli fece un ragazzo che fece battezzare a suo nome; sino ad ora si sospettò l’esistenza di codesto fanciullo, ma ora si vede a chiedere quasi l’elemosina : esso è così assomigliante a suo padre che sembra uno scherzo di natura. Il cavalier Giustinian ricusa persino di fargli elemosina, dicendo che suo figliolo morì fallito; ed ora la madre ed il figlio sono bersagliati ed intimoriti. Io ero amica del povero Momolo, e mi fece mille volte la confidenza di questo fanciullo; vorrei almeno metterli per qualche anno al sicuro delle violenze, ed è per ciò che mi affatico per trovargli un teatro fuori di Stato » (P. Molmenti, La Storia di Venezia nella vita privata, Bergamo, 1908, voi. Ili, pag. 390). La Tonina, allora signora Trento, aveva ballato nella primavera di quell’anno a Mestre e nell’estate a Treviso; nell’autunno andò a Corfù, al Teatro detto di S. Giacomo (Indice de’ Spettacoli teatrali 1787-88, pagg. 87, 174, 37) e vi è ancora nell’autunno successivo (Ìndice 1788-89, pag. 48). 48 Paolo E. Ferrari, Spettacoli Drammatico-Musicali e Coreografia in Parma, Parma 1884, pag. 340. 4!> Sul soggiorno del Casanova a Trieste, cfr. C. L. Curiel, Trieste Set--tecent esca. 50 Archivio del conte Waldstein (già a Dux ora a Hirschfeld) B. 4, 11. 51 Nella Gazzetta Goriziana, n. 3 del 14 luglio 1774: «Lunedì 18 corr. portano in Scena La forza della vera Amicizia. Soggetto nuovamente trattato dal Sig. Giacomo Casanova di Seingalt, ben noto nella republica letteraria ». Egli imitò forse La forza dell’amicizia del Riccoboni padre, commedia rappresentata a Parigi il 6 febbraio 1717 o quella « piena d’esecrande scelleratezze » del Cicognini (Dei vizi e dei difetti del moderno Teatro, pag. 222). 52 Archivio Waldstein, B. X, 10; 3, 13, 11.