*9 22 Cfr. G. Mainati, Croniche, t. IV, pag. 207; A. Tamaro, Stona di Trieste, Roma, 1924, voi. II, pagg. 173-174. 23 L. de Jenner, Annali, ms. nella Biblioteca Civica di Trieste. 24 G. Braun, I Diari di Antonio Scussa nc\Y Archeografo Triestino, voi. XV della III serie 1929-30, pag. 20. Erano in corso monete da 15 e da 17 caran-tani, dette petize, quattro delle quali valevano un fiorino (cioè 4 da 17 car., un fiorino germanico, 4 da 15 car., un fiorino austriaco). 25 Nel perdono la vendetta. Drama per musica. Da rappresentarsi nella Città di Trieste in occasione della Fiera l’anno 1732. Dedicata al genio nobile delli Illustrissimi Signori Cittadini. In Venezia nella Stamparia Niova in Sali-zada à S. Moisè. Con lic. de’ Sup. Personaggi: Alidea, la Sig. Teresa Peruzzi detta la Denzia di Venezia; Rolando, il Sign. Paulo Vida detto il Falsetto Veneziano; Afranio, il Sign. Lorenzo Moretti di Venezia; Asteria, la Sig. Rosa Cardini di Venezia; Ildoro, la Signora Elisabetta Berti di Venezia. 3 atti 44 pagg. Dedica di Giovanni Ben-venutti « ... da virtuosa penna composto, e universalmente infino ad ora ap-pleudito (sic) fortunato Drama vi dedico ». - Nella Collezione Manoel de Car-valhaes. Non sono nominati nè il poeta, Carlo Pagani Cesa, nè il compositore Giovanni Porta. Nessuna indicazione di balli. 26 Cfr. T. Wiel, Op. cit., vedi Indice; F. Piovano, Baldassare Galuppi in Rivista Musicale Italiana, anno XIII (1906) fase. 4, pag. 690. 27 L. E. Gerber, Hist. Biogr. Lexicon der Tonkjinstler, voi. II, pag. 725. 28 O. Teuber, Gesch. des Prager Theater, 1885, voi. I, pagg. 117-119, 136. 23 Da un libretto che si trova nella Bibl. Vittorio Emanuele di Roma, cortesemente indicatomi dal chiaro F. Piovano. 30 T. Wiel, Op. cit., n. 290. Il Casanova dice d’averlo conosciuto nel 1743 (Mémoires - Ed. La Sirène, voi. I, pag. 131). Il Vida morì a Venezia il 23 maggio 1763, all’età di 72 anni (Registri della Chiesa di S. Biagio). 31 Le lampade accese dinanzi alle immagini sacre (capitelli) erano in passato le sole luci che diradavano qua e là le tenebre. Ladri e rapinatori avevano buon giuoco e la denominazione di via Malcanton è rimasta ad attestarlo. Nel settembre del 1551 furono collocati sei fanali ad olio in sei contrade, ma si accendevano soltanto quando non splendeva la luna. Nel 1730 i « ferali » erano saliti a 83; nel 1767, la commissione di polizia introdusse l’illuminazione nella Città nuova a carico dei proprietari delle case; il Consiglio dei Patrizi provvide per la Città vecchia. Nel 1791 c’erano 520 «ferali ad olio»; nel 1800, 530. Ma siccome gli arrendatori facevano troppo assegnamento sulla luna, la città rimaneva spesso al buio e i nottambuli erano costretti a farsi accompagnare dal portalan-terne. 32 A. Tamaro, Op. Cit., voi. II, pag. 178. 33 II Kandler riteneva che Carlo VI avesse decretato nel 1736 du Fiere franche in luogo d’una, principiando dall’anno seguente. « Dovevano tenersi, dice, la prima dalla Vigilia di Exaudi fino alla Vigilia della Trinità-, l’altra doveva cominciare col dì ultimo di Ottobre e chiudersi col dì 14 del Novembre. Unica testimonianza di queste due fiere franche si è un avviso a stampa che abbiamo potuto vedere; la Patente sfuggì alle nostre indagini. « Emporio e Portojranco,