3*5 caduta nella più squallida miseria, fu raccolta dalla nipote Girolama Dardanelli, e morì a Modena verso il 1830.14 Non so con quali scritturati il Goldoni venisse a Trieste: al-Vindice de’ teatrali Spettacoli manca l’elenco per l’anno comico 1796-97 e la compagnia venne totalmente riformata fra il 1795 e il 1797. Rimasero soltanto: Giuseppe Maraviglia, Madre, con il figlio Ferdinando (un futuro distinto interprete goldoniano) per i Ragazzi; Camillo Sacchi e il Pantalone Gio. Battista Gozzi. La compagnia rappresentò forse una tragedia del Federici, d’interesse regionale, Epulo, nella quale, sullo sfondo storico della caduta di Nesazio, si svolge un intreccio derivato dall’Aristodemo mon-tiano.15 Il repertorio, oltre a molti lavori del Federici, comprendeva commedie del Goldoni, del Chiari, tragedie deH’Alfieri, commedie dell’arte. Le condizioni di stabilità del teatro diventavano sempre più precarie. Secondo la Direzione delle Fabbriche, l’edificio avrebbe potuto reggersi ancora due anni; ma il Governo, riflettendo sulle disgrazie che avrebbero potuto succedere, non voleva assumere alcuna responsabilità, e si trovava dinanzi al bivio, o di chiudere il teatro, il che in un’importante piazza mercantile avrebbe portato con sè spiacevoli conseguenze, o di far costruire un’armatura, col dispendio di parecchie migliaia di fiorini. Tra il sì e il no, non venne ad alcuna conclusione, e, tanto per far qualcosa... sollecitò l’approvazione del rapporto fatto il 5 maggio 1795 per l’erezione d’un nuovo teatro.16 La stagione d’opera seria, dopo tante trepidazioni, si annunziò ottimamente con un’opera scritta espressamente dal maestro Nasolini e la ripresa del capolavoro sartiano, eseguiti da cantanti di pri-m’ordine. Anzitutto, c’era il Babini, il prediletto del pubblico triestino; e questa fu l’ultima volta che il famoso tenore cantò nella città. Vi ritornò, forse di passaggio, e « chissà per quale incidente, vi lasciò due memorie: un vecchio baule tuttora conservato fra le memorie della centenaria Casa musicale... e il suo segretario Domenico Del Maschio! ».17 Questi, noto a Trieste sotto l’appellativo patrio di Vicentin o Vicentini, aperse nel 1813 hell’atrio della casa n. 601 della Piazza della Borsa una botteghetta di cartaio, nella quale si copiava e si vendeva « Musica Vocale, Strumentale e Teatrale ». Essa