422 tuer la fille ne peut, lui envoye du venin, et est tué par le peuple. Ruggier se tue à coté de la P.esse mourante ». E’ « Calisto, tragedia del sig. De la Tour, traduzione di Francesco Gritti » (Venezia, Fenzo, 1776). «Questa Traduzione fu rappresentata in Milano la Primavera del 1775 e non si sostenne. Per una combinazione bizzarra un’altra Compagnia la rappresentò in Mantova quasi nel tempo medesimo, e vi fu applaudita e replicata, e lo è attualmente in qualche altra città d’Italia » (Il Teatro Mod. Appi., 1798, t. XXVIIII, pag. IX). 8 maggio. - « Il Giovedì grasso, pièce très amusante. Catina sage aime Mommolo. Tonina l’amante de Bartolo fut jouée par la Morettj qui en habit ¡blanc etoit belle avec ses yeux noirs. Brighella autrement Martellj fit très bien le rôle du barcherole pere de Catina. Il marie à la fin chacune avec son amant ». Nel numero 97, che uscì ai 6 febbraio 1762, la Gazzetta Veneta redatta dall’abate Chiari annunciava: « Nel Teatro a S. Luca si promette altresì una Commedia col titolo: Un giorno di Carnovale », e quindi aggiungeva: «nel che si osservi come due fantasie Poetiche incontrate si sono nella somiglianza de’ loro Comici pensieri, senza che l’una sapesse dell’altra, perchè anche nel Teatro a S. Gio. Grisostomo, dopo la Commedia delle Bronze coverte, se il tempo lo permetterà, se ne rappresenterà un’altra intitolata : El Zioba grasso di carattere corrispondente al Titolo ». Del Zioba grasso, commedia scritta dal Chiari e recitata dal Medebach, null’altro possiamo dire, perchè non fu mai stampata. Quella del Goldoni ebbe un ottimo successo, come racconta l’autore nelle Memorie (Nota storica di G. Ortolani per Una delle ultime sere di Carnovale nell’ed. del Municipio, vol. XX, pag. 221). 10 maggio. - « Pièce longue et compliquée ». 11 maggio. - « La putta onorata, jolie pièce mais d’une longuer épouvantable ». La lunghezza e i frequenti cambiamenti di scena hanno fatto metter da parte questa commedia, una delle più veriste del Goldoni. 12 maggio. - « On répéta le Giovedì grasso. Tonina joua à merveille et la prima donna aussi » (vedi 8 maggio 1777). 14 maggio. - « Seiinde et Lindor nouvelle pièce de Goldoni ou la prima donna la Montini joua comme un ange ». Lo Zinzendorf s’inganna, perchè Gli amori di Zelinda e Lindoro, la prima parte della nota trilogia, andò in scena al S. Luca nell’autunno del 1764 (Cfr. D. Mantovani, C. Goldoni e il Teatro di San Luca, Milano, 1885, pag. 203 e segg., pag. 215 e segg.). 17 maggio. - « Bianca de Rossi ». Pierantonio Meneghelli volle portar sulla scena l’eroina d’un fatto avvenuto nel 1253, narrato dagli storici padovani. Bianca, per fuggire all’amore furibondo di Ezzelino, che le aveva ucciso il marito e il figlio, si lascia cader sul capo il coperchio della tomba dei suoi cari. Il critico de II Teatro Moderno Applaudito loda l’autore per aver scelto un argomento tragico quasi moderno, e per lo stile semplice, lungi dall’oscuro laconismo o dall’adorno lirismo « qual si conviene ad uomini eroi che parlano, che non sono nè debbon esser Pindari che cantino, nè Taciti che sentenziano ». (Signori abate Metastasio e conte Alfieri, questa è per voi!). La tragedia chiude con i rimorsi d’Ezzelino; ma ciò non soddisfaceva gli spettatori, che avrebbero voluto una strepitosa vendetta (Il Teatro Mod. Appi., 1798, t. XXII; A. Bòhm, Op. cit., pag. 42 e segg.).