222 1790 si degnerà intervenire a questa Accademia ogni maggiore generosità ». La gazzetta triestina non ricorda che incidentalmente la stagione di prosa, invitando il pubblico, « nella combinazione dell’universale giubbilo» per la presa di Belgrado ad un Ballo Nobile in Teatro, dopo la Commedia.77 Ne parla invece un viaggiatore tedesco, P. L. H. Ròdell,78 il quale fu nella città nel dicembre di quell’anno. « A Trieste assistei ad una rappresentazione », scrive, « la prima del genere che non terminasse con nozze, secondo l'eterna usanza degli autori drammatici, che non conoscono altro: o ammazzamento o nozze! Qui pure vidi rappresentare una commedia (chè poco riuscivo a comprenderne), recitata in dialetto veneziano. Credevo fosse spagnuolo, tanto strano mi sembrò quel linguaggio. Chiesi ad un vicino che lingua fosse. - E’ veneziano, mi rispose. Mi sembrò impossibile, perchè intendevo fino la plebe a Venezia e la plebe me, e mai avevo udito dai barcaiuoli, gondolieri e fruttivendoli parole così singolari come qui ». Non sarebbe la stessa commedia che imbarazzò il Goethe, certo più di quanto voglia convenirne? 79 voglio dire Le Baruffe Chiozzote. Ricordiamo le parole del Goldoni stesso : « Il fondo del linguaggio di quella Città è Veneziano; ma la gente bassa principalmente ha de’ termini particolari, ed una maniera di pronunziare assai differente ».80 Di deduzione in deduzione si potrebbe venire alla conclusione che .la compagnia poteva esser quella di Luigi Perelli, che si distingueva nel rappresentare la vivace commedia.81 Il nuovo anno comico fu inaugurato con 11 Burbero di buon cuore,"2 dramma giocoso che il Da Ponte aveva ricavato dal Burbero benefico, per il Martini e con due balli. Il primo, serio, intitolato La Semiramide,8:i musica « tutta nuova » dello Scaramella, il secondo giocoso, Le Reclute; soggetti entrambi in gran voga. Il coreografo Angiolini aveva fatto chiasso con la sua Semiramide; tratta dalla tragedia del Voltaire, anche per causa di cpicWOmbra di Nino danzante, molto discussa. Il Goudar non le risparmiò l’ironia. « Comment je me place souvent dans le parterre, à la premiere apparition de l’ombre de Ninus, j’entendis un gondolier, qui disoit à un autre (car dans cette ville les gondoliers ont droit de présence au théatre). Cosa xe sta roba? 1 morti balla? O che maestro! Manca ballerini senza adoperar delle fantasme? Momolo, ajouta-t-il, dopo sta recita non torno più qua, perchè sto Cagao una sera o l’altra me fa veder in scena la bon anema del mio Nono.*'