1^3 veramente brillante e argentina, una dolce modulazione nell’affettuoso specialmente dopo la lunga pratica ch’ebbe sul Teatro con Pacchierotti, e Marchesi... Non era perà®grande negl’acuti, nel trillo, e in quelle relazioni che distinguono il difficile musicale ».” Girolamo Crescentini, il famoso soprano detto YOrfeo italiano, era invece un astro appena apparso all’orizzonte, aveva esordito all’Argentina di Roma, « lasciandosi subito ammirare per la stupenda emissione del suono e per la correttezza perfetta della vocalizzazione ».56 Nel giugno del 1782 aveva cantato a Padova, precisamente nella Didone del Sarti.57 In quanto al tenore, era quel « Simon Boemo » che aveva cantato l’anno precedente al Teatro Regio di Torino assieme alla famosa Todi.58 Il ballerino Giuseppe Galli, che si era prodotto sulle scene del Teatro di S. Pietro nel carnevale, ammannì dopo Pasqua una stagione d’opera buffa. La ricordano due documenti 58 che testimoniano il disastroso esito finanziario. Il nome di alcuni virtuosi si trova nella lista dei creditori; non erano di primissimo ordine, ma avevano cantato già in buoni teatri. La « famiglia Marchesi » di Bologna era numerosa : Antonio e Francesco, primi buffi, Petronio, secondo buffo, Caterina, seconda buffa; Irene, moglie di Antonio, 3a donna; Luigia, moglie di Petronio, 2a donna. Bisognerebbe trovare un libretto di quella stagione, per sapere chi di questi ebbe la dubbia fortuna d’es-ser stato scritturato.60 G. B. Naldi era pure buffo caricato e doveva aver buone attitudini, se cantò per diverse stagioni di seguito al Teatro di Barcellona.61 Di Giuseppe Bartolini so soltanto che fu al S. Angelo di Venezia nel carnevale del 1786 assieme a Lucietta Mol-tini Bartolini.62 Vincenzo Ludovici era primo o secondo buffo caricato, conforme l’importanza dei teatri. L’impresario aveva senza dubbio grandi speranze perchè nell’inventario si enumeravano sei spartiti: La vera Costanza, Le Vendemmie, Il Curioso indiscreto, Il Matrimonio in Commedia, Il Vecchio Geloso e l’Albergatrice Vivace.'1'' Quali e quante ne furono rappresentate non si può dire: de La vera Costanza furono stampati i libretti; ritengo però che quest’opera non venne data, enumerando l’inventario l’esistenza di ni libretti, dei quali n legati in seta: tutti, probabilmente. Nell’estate tornò la compagnia del Sacco, reduce da Padova, dove la fortuna non gli aveva arriso.61 In verità, un Truffaldino di