Vili che sino allora era stata la distrazione delle ore di vacanza divenne la occupazione principale. E le sue giornate furono variamente e genialmente affaccendate. Perchè se gli dava maggiore soddisfazione la ricerca erudita, egli non si chiudeva rigidamente nel campo dell’erudizione: un artista geniale affiorava sotto la veste dell’erudito. Quando perseguiva una ricerca egli passava le sue giornate a scartabellare le ruvide carte dall’inchiostro ingiallito, o lasciava la sua Trieste per esplorare altri archivi, specialmente quello veneziano ai Erari, miniera inesauribile e inesauribile gioia di ogni studioso. Ne risultavano quei suoi scritti precisi — un articolo di rivista o di giornale, un esteso opuscolo o una breve nota —, dove agli studiosi del Settecento (che a quel secolo erano preferibilmente volte le indagini di Carlo L. Curiel) era sempre offerto qualche cosa di inedito o la rivelazione di uno dei tanti « misteri » dei Mémoires casanoviam. Era naturale che sin dal nostro primo incontro si parlasse dell’avventuriere veneziano, oggetto di nostre pazienti indagini destinate ad accertare la verità storica della famosa autobiografia, non certamente a riabilitarne l’autore. Ma sin d’allora mi stupì quale conoscenza precisa e minutissima Carlo Curiel avesse della vita di Giacomo Casanova. Egli parlava della « settimana del raffreddore », del giorno della caduta di carrozza o dell’incontro con una delle figure minori dei Mémoires con una conoscenza così sicura della cronologia casanoviana da stupire l’ascoltatore, il quale si convinceva come lo studio della vita del Veneziano fosse divenuto nel Curiel consuetudine familiare. Frutto delle sue ricerche negli archivi di Trieste, di Vienna, di Venezia, di Dux furono i due volumi Trieste settecentesca, apparso nella « Collezione Settecentesca » allora diretta da Salvatore di Giacomo (edit. Sandron) e l’altro, Patrizi e avventurieri, dame e ballerine, cento lettere inedite o poco note di G. Casanova (edit. Corbaccio), in cui al nome del Curiel comparvero associati quelli del Gugitz e del Ravà, due casanovismi notissimi, l’ultimo scomparso, ma che al Curiel aveva affidato molto materiale inedito da lui rinvenuto. Ma forse ancora più prezioso contenuto alle ricerche casanoviane sono una trentina di studi del Curiel disseminati in riviste e periodici vari, fra i quali primeggiano : Una pagina originale delle Memorie di G. Casanova (1920), G. Casanova nella Venezia Giulia (1925), Le avventure di G. Casanova (1927), Il mistero del manoscritto dei « Mémoires » (1931), Il Friuli nei « Mémoires » di Casanova (1933). Del