356 tica locale, abbiamo quella del Giornale dei Teatri di Venezia sul corso di recite date in questa città durante l’autunno del 1800 e il carnevale seguente: « Anna Fiorilli Pellandi. Vien meno ogni lode al merito di questa incomparabile attrice. Nata pel sublime, pel grande, ella è inarrivabile nella tragedia. Nata pel sensibile, la sua anima attrae possentemente quella degli uditori. Ella può dirsi a tutta verità l’onore dell’arte. - Giovanna Martelli. Si distinse e nelle parti di seconda donna, ed in quelle di madre; ottenne dei meritati applausi. -Maria Androux. Sciolta e leggiadra servetta, ottenne i soliti applausi. ATTORI... Lombardin. La sua naturale dolcezza, l’azione sua dignitosa, e la sensibilità della sua anima, lo rendono un degno compagno della Fiorilli. Un continuo studio potrà sublimarlo. - Giovanni Prepiani. Giovane capacissimo nel comico e nel tragico, ci lusinga di ottima riuscita. - Giovanni Androu. A questo eccellente comico non si può imputare altro difetto che quello che deriva in lui da natura, quello cioè di pronuncia. Egli sa però talvolta farlo servire con bravura al comico. - Antonio Martelli. Dignitoso nel tragico, faceto nel comico egli ha meritati sempre gli elogj delle persone di buon senso. -Alberto Ferro. Eccellente in tutti i personaggi; in quello di tiranno può dirsi inarrivabile ».47 La Compagnia rappresentò una novità, più importante per il nome dell’autore, che per valore intrinseco: La Donna contraria al consiglio, composizione scenica in 5 atti di Carlo Gozzi. Nella Prefazione, il poeta ci dà qualche particolare: « Questa favola Teatrale fu esposta nel Teatro di Trieste nella primavera dell’anno 1800 dalla comica Compagnia Pellandi. Fu acclamatissima. La medesima Compagnia Comica la espose nel Teatro di Vicenza nell’estate di quell’anno. Fu acclamatissima. Fu esposta dalla stessa Comica compagnia nell’Autunno dell’anno stesso nel Teatro in Sant’Angelo di Venezia. Si volle replicata per tredici sere consecutive. Fu malignata alquanto ne’ miei caratteri scherzevoli, ch’ella contiene, da alcuni che si piccano di ben interpretare le allegorie. Spero di poter dire francamente agl’interpreti, che si sono ingannati nelle loro interpretazioni, senza offenderli ».48 Di una rappresentazione doppiamente tragica ci racconta Giuseppe Maria Foppa, che di spettatore divenne involontariamente protagonista. Strano tipo d’avventuriere onorato, come tanti suoi colleghi di Parnaso, aveva incominciato a guadagnarsi la vita dipin-