196 (Cfr. A. Della Corte, L’opera comica, voi. II, pag. 83 e segg.; U. Rolandi, II librettista ecc., pag. 103). ' Gasparo Pacchierotti, nato a Fabiano nel 1744, era d’alta statura e d’aspetto piuttosto brutto, ma tutto faceva dimenticare la bellezza della sua voce, che però, benché forte nei bassi e ascendente fino all 'ut negli acuti, era spesso instabile. Ma, come dice il Tommaseo, « i difetti di natura seppe per virtù di lunghi studi correggere e volgere in pregi » (G. Regli, Dizionario, Cfr. Mattei, Elogio del Jommelli, LXXXIII; Gius. Cecchini, Cenni biogr. intorno a G. P., Padova 1844; G. Pacini, Le mie memorie artistiche, Firenze Guidi, 1865, pag. 18; G. Monaldi, Cantanti evirati celebri, Ausonia, Roma 1920, pag. 100). “ Della Banti scrive il dott. Frizzi : « Non era bella, ma non era priva delle Sceniche Grazie. Una voce che non ò sentito l’eguale in quanto alla sonorità, con voci medie fortissime, ed acuti estesi e sorprendenti; un Trillo granito e veloce nell’allegro e moderato come esser dee nell’addagio; una slanciata di voce inimitabile, con salti i più regolarmente intonati, e a più d’ogni altra una tenerezza la più movente nel tetro, e un certo carattere di facilità in ogni modulazione di quella grata voce che pare dica quasi agli uditori, è la verità musicale che vi parla, è natura che vi stringe... Taccia pure il volgo ignaro che.... ardisce dire questa donna insciente di musicali principi. E’ vero che è sorprendente la sua abilità e la sua felicità nel mentare le musicali cose, ma è altrettanto verissimo di saper essa perfettamente gli armonici fondamenti, e di ben conoscere le Teorie necessarie a una Cantante » (Dissertazione, pagg. 73-74). Ciò si riferisce alla voce, raccolta dal Regli, che la Banti cantasse ad orecchio, sorretta da una memoria prodigiosa. Certo non aveva avuto il tempo d’intraprendere lunghi e regolati studi. Secondo il Fétis, il De Vismes, già impresario dell'Opéra, l’aveva udita cantare nel 1778, sul boulevard, presso un caffè; colpito da quella voce meravigliosa, l’aveva fatta esordire con un pezzo, cantato fra il secondo e il terz’atto dell’Ifigenia in Aulide. Il successo ottenuto dalla Banti fu il primo d’una lunghissima serie. Ella incominciò quindi la sua carriera a diciannove anni, essendo nata a Crema nel 1759. Il Da Ponte la dipinge come « una sfacciata Corista » (Memorie, voi. I, pag. 194 e segg.). Il secondo soprano Raimondo dal Moro era lontano d’aver la rinomanza dei precedenti; ma evidentemente aveva incontrato il favore del pubblico... e degli impresari del S. Benedetto, perchè lo rivollero per l’Ascensione del 1785 a cantare il Ricimero nell’omonima opera dello Zingarelli, assieme al famoso David (T. Wiel, Op. cit., n. 982). 9 Indice de’ Spettacoli teatrali / 77^-79. Il Quinto Fabio, dramma per musica da rappresentarsi nel ces. reg. Teatro della Città e Porto-Franco di Trieste l’Anno 1785. Trieste, nella Ces. Reg. Privilegiata Stamperia Governiale. Attori: Lucio Papirio Dittatore, il Sig. Vincenzo Maffolli. Marco Fabio, uomo consolare, Padre di (Quinto Fabio), il Sig. Raimondo del Moro. Quinto Fabio Generale di Cavalleria, e sposo di (Emilia), il Sig. Gasparo Pacchierotti. Emilia, figlia di Lucio Papirio, la Sig. Brigida Giorgi Banti. Fausta, figlia di Marco Fabio, la Sig. Marianna Molz Terpin. Volunnio Tribuno Militare, il Sig. Moro. La Musica è del celebre Sig. Ferdinando Bertoni. Primo violino Sig. Giuseppe Scaramella. Primo Oboe