353 presto la rese celebre, tornò più volte a Trieste, festeggiatissima. La frase « operisti Bassi » farebbe credere che assieme a Carolina ci fossero pure Nicola e Adolfo. La stagione autunnale venne preannunziata da un fervorino: « Si fa noto che oltre al Complesso de’ più distinti Soggetti, sì di Musica, come di Ballo, anderà in Scena in questo ces. reg. Teatro di Trieste la celebre e non mai abbastanza encomiata Cantante, la Signora Elisabetta Bil-lington, con l’Opera Seria intitolata II Fernando nel Messico per il giorno due del prossimo venturo Ottobre 1799- Trieste il dì 6 Settembre 1799 ».2S Tre settimane dopo, la gazzetta pubblicava l’intero cartellone, degno delle famose quaresime dell’impresa Zardon : Fernando nel Messico del Portogallo e Merope del Nasolini29 e i balli Orfeo e Apelle e Campaspe, composti dal coreografo Giambattista Checchi.10 Prima fra gli esecutori era Elisabetta Billington, che la fama metteva al disopra della Grassini. A Venezia, specialmente, aveva sollevato un fanatismo che la dichiarava la maggior primadonna che avesse calcate quelle scene. « Una voce che supera l’altezza dell’orchestra, e la rapidità del violino, che s’innalza ad incogniti spazj senza pensiero del menomo traviamento delle misure più strenue... » aveva scritto la Gazzetta nel 1795, incensandola abbondantemente anche negli anni successivi.31 Ella aveva cantato ripetutamente — applauditissima, si capisce — nelle due opere annunziate, distinguendosi soprattutto in Merope;32 ma l’eccessiva reclame forse le nocque a Trieste. Si trovò, sì, che aveva « un’intonazione sicura in ogni luogo; l’acuto trillato anche sull’Elefà sopracuto; un Trillo che sembra numerato a linee; Arie di sorpresa e obbligate, voci tenute quasi matematicamente degradate per punti presso che infinitesimi... », ed ebbe applausi e sonetti;33 ma si osservò anche che non possedeva l’accento italiano (era figlia d’un musicista tedesco, Weichsell, e aveva sposato nel 1781 il contrabassista Tommaso Billington, poi, nel 1798, un fornitore dell’esercito francese, tal Felis-sent). « Il suo scenico movimento non è così aperto e ondulante, come si suol vedere sull’onde una Polacca Napoletana, o una Barca Istriana » nota ironicamente il Frizzi;31 e giunge a questa strana conclusione : « Una prova Geometrica del suo Eccellente merito, e dei sublimi suoi musicali rapporti è quella d’aver piacciuto a pochi. Un il- - Curici