204 Gherardini - Il sig. Giuseppe Cappelletti. Primi Ballerini di Mezzo Carattere fuori de’ Concerti II sig. Vincenzo Migliorucci - La sig. Antonia Torri Trento. Primi Grotteschi fuori de’ Concerti II sig. Benedetto Cicci - La sig. Marianna Bellazzi. Secondi Grotteschi II sig. Domenico Trento - La sig. Angela Bei-lazzi. Altri Ballerini del Concerto II sig. Pietro Buriani - La sig. Mar.anna Buriani - Il sig. Francesco Ridolfi - La sig, Geppe Bordoni - Il sig. Pietro Fava - La sig. Teresa Granucci - Il sig. N. N. - La sig. Annetta Rosi. Lo Scenario è di pittura ed architettura del signor Giuseppe Bobolini. Il vestiario sarà d’invenzione e direzione del signor Giacomo Tonelli, e Michel Angelo Boschi. Attori. Aristone, Padre di Ofelia, e Dori Gemelle II signor Francesco Marchesi - Ofelia La signora Clotilde Cioffi - Artemidoro II signor Ignazio Alberghi - Plistene II signor Giovanni Danieli - Trofonio Filosofo, e Mago Il signor N. N. - Dori La signora Anna Benvenuti. La musica è del signor Sa-lieri veneziano, Maestro di Cappella all’attuale servigio di Sua Maestà Cesarea. 2 atti. Dedica in data 13 gennaio 1787 di Antonio Zardon Impresario « A Sua Eccellenza La Signora Signora Teresa del S. R. I. Contessa Brigido di Bresowitz, ecc. ». Libretto nelle collezioni del Gr. U . G. Scaramangà e dr. U. Rolandi. L’esemplare posseduto da quest’ultimo è forse uno dei più remoti libretti che portino stampato il titolo sulla copertina, incluso in un occhiello inquadrato in un grande fregio che occupa tutta la pagina. Nella parte inferiore del fregio vi è un riquadro con l’iscrizione « Mademoiselle Regina Pfauz »; certo una copia data in omaggio ad una parente della signora Zanetta Bùhelin. L’opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro di Corte di Vienna, il 12 ottobre 1785. 79 II Liceo Musicale di Bologna possiede un esemplare della bella edizione curata dall’Artaria con frontispizio inciso dal Mansfeld (A. Della Corte, L’opera comica, voi. II, pag. 53). 80 Memorie, ed. Laterza, voi. I, pag. 121. 8,1 Ivi, voi. I, pag. 108. Una nota manifesta il dubbio che il Da Ponte abbia inventato una storiella a carico del suo rivale, non rinvenendosi quel verso nelle Opere tutte del Casti (voi. II, pag. 279). « In nessuna edizione fra il 1787 e il 1842, ho trovato il verso citato dal Da Ponte », m’informa cortesemente il dr. Rolandi. « Ma il libretto è profondamente modificato dalle primitive edizioni (1787-1795) alle successive ristampe (1803 e segg.), a cominciare dal nome e numero dei personaggi. Credo che il Da Ponte voglia riferirsi alla scena 13“ dell’Atto I, che nei libretti teatrali è molto diversa da quella che si trova nella stampa delle Opere del Casti. Infatti, nelle prime edizioni, vi è un soliloquio di Artemidoro, che, uscendo dalla grotta, e sentendosi del tutto diverso da quel ch’era prima, dice al libro che tiene in mano e che getta via : E vanne a terra ormai tu colla tua ' aerea Repubblica e coi Fedoni tuoi, coi tuoi Timei. A pie’ di pagina v’è una nota (col richiamo dell’asterisco) che dice : « Opera di Platone: Fedone e Timeo sono il titolo di due dialoghi di Platone... ». La nota esiste nel libretto di Trieste (1787) e di Gorizia (1795), mentre manca in