7 Un memoriale che i rettori mandarono al governo nel 1705 fa un quadro desolante della città, bombardata nella notte dal 17 al 18 agosto 1702 dal cavalier Forbin: « ...apena si trova un negotiante che possa disporre del proprio d’un Mi-gliara di Fiorini... apena ui s’atrouano poche merci per bisogno quotidiano del Paese... molte case dirocate, et del tutto incendiate... l’impotenza di restaurar le medeme... le muraglie, che la circondano da per tutto minaciano rui-na... >' 11 Eppure, ci fu in quei tristi tempi qualcuno che pensò all’erezione d’un teatro : forse come mezzo di dimenticare le ambasce quotidiane. Negli atti del Comune si legge : « Item propongo che vengono sollicitati dalla Nobile giouentù di questa Città a douer applicare questo Publico alla erettione d’un theatro, desiderandosi esercitare in questo ouero in qualche altro tratenimento virtuoso per schiuare l’otiosità, che però si consulti »; ed ecco la deliberazione presa il 12 settembre: « Che giudicando esser necessaria per essercitio della Giouentù, ad attioni uirtuose l’errettione d’un theatro, conforme uiene proposto resti e si intenda tal errettione determinata, et stabilita, dandosi ampia facoltà aU’Illustrissimo Magistrato che conuocati sei o uero otto de Signori Consiglieri sia d’essi designato et elletto il sitto et insieme consultato il modo et i mezzi espedienti con minor aggrauio di questo Publico et quello uerà d’essi signori Consultato, concertato, sia proposto a’ questi Nobili Consegli per hauer la determinatione et rattificatione. Obtentum ».!2 Est laudanda voluntas, perchè le forze, ossia i denari, mancarono e il Comune dovette ospitare Talia nel Palazzo di Città come per il passato. Quando si faceva la commedia, il Consiglio municipale passava nel vecchio edificio detto della Loggia, perchè sorretto da una grande arcata di pietra.13 Di questi spettacoli testimonia un libretto, conservato alla Biblioteca Braidense. E’ un intermezzo, genere di componimento giocoso che veniva sostenuto da due parti buffe (uomo e donna) ai quali talvolta s’aggiungeva un terzo (mimo); i personaggi dell’opera, invece, erano di solito sei o sette. Gl’intermezzi, come dice l’appellativo, venivano eseguiti fra un atto e l’altro dell’opera, mescolando così l’eroico o mitologico con il comico. Anche il Goldoni ne scrisse alcuni, come la Cantatrice, il Gondoliere, la Pupilla; ma in quel tempo (1733), « come gl’intermezzi erano stati abbandonati dagli Impresarj