«5 Recitava anche altre parti nelle commedie studiate.18 Tartaglia era Giovanni Fiorilli; Arlecchino, non so. Il Bartoli, piuttosto riservato come biografo, si mostrò più facile alla lode come poeta, quando in un lungo componimento intitolato Il Corso di Firenze, parlò della Compagnia Rossi, che allora (carnevale del 1778) recitava al Teatro di via Santa Maria: « Il Brighella mi piace, in fede mia Che un pari ad esso qui non è mai stato. Son bravi l’Andolfati, e l’Ugolini, La Fiorilli, e non men la Marchesini ».'9 E invero, la Gazzetta Toscana del 3 gennaio 1778 scriveva che la compagnia riportava « molto applauso sì nelle eroice (sic) che nelle ridicole rappresentazioni » ; e deve averne riportati molti anche a Trieste, se si fermò per quattro mesi! La stagione di commedie infatti era stata anticipata. Il Rossi fu fatto venire da Udine già in agosto perchè si attendevano i Gran-duchi di Toscana che da Vienna tornavano alla loro residenza.”" Il Granduca Pietro Leopoldo giunse qui appena il primo ottobre, « col conte Goes in tutto incognito ed alloggiò presso S. E. il Sig. Commendatore Teutonico Capitano Conte Zinzendorf ».21 La Granduchessa aveva proseguito il viaggio. Contrariamente alle aspettative, l’ospite non onorò di sua presenza il teatro; ma vi andò la sera dopo e la commedia dell’arte ohe vi si rappresentava, Arlecchino maestro di musica, scheletro e scìmmia, sembrò piacergli molto, perchè si trattenne « sino al terminar del spetacolo » e regalò ai comici 24 zecchini.32 Il Granduca partì il giorno dopo, prendendo la via d’Aquileia, per andar a raggiungere la consorte a Venezia.2* Il 15 ottobre si festeggiò l’onomastico dell’imperatrice « le Théâtre illuminé, toutes ces dames vinrent dans ma loge, je fis des visites aussi... bal au théâtre: la sale ne fait pas un vilain effet et les sofas sont commodes », nota lo Zinzendorf. Il lungo corso di recite si chiuse alla metà di dicembre e il Rossi incassò il convenuto regalo di ongari 60, pari a lire 256. La stagione di carnevale fu allestita da Antonio Zardon, che aveva assunta l’impresa e dhe la mantenne, con qualche parentesi padovana o vicentina, per una ventina d’anni. Alla sua intraprendenza, alla sua attività, il Teatro di S. Pietro deve senza dubbio se