242 malattie di Attori, e che per non defraudare il Publico dello Spettacolo, verrà adattata la rappresentazione alla circostanza. Trieste, il dì 29 dicembre 1790 ».5 Ma non è finita. Mentre l’avviso era già in macchina, una nuova « indisposizione » del tenore, evidentemente, faceva sospendere ancora l’annunziata rappresentazione. Non rimase che togliere il brano riguardante il Babini/ Non ho trovato alcun documento che potesse illuminarmi sugli incidenti sorti per causa — o per colpa — del Babini; la parola indisposizione ha tanti significati sul teatro! Mancano pure notizie sulle opere buffe rappresentate. Un avviso ci fa conoscere l’andata in iscena dell’opera seria. « AVVISO TEATRALE Si fa noto al rispettabile Publico che Lunedi la sera, giorno 21 febbrajo 1791, anderà in Scena l’Opera seria intitolata: Gli Argonauti in Coleo, ossia: La Conquista del Vello d’Oro.' La Poesia nuova della medesima scritta dal Sig. Sograffi. La Musica parimenti nuova del Sig. Maestro Gazzaniga; ed il Ballo, che di tratto in tratto intrecciato viene nella medesima con li Cori, fanno sperare all’impresario, che verrà aggradita da questo umanissimo Publico. Per dar luogo poi al solito Veglione Nobile in detta sera si avverte, che la medesima Opera andrà in scena alle ore 6 in punto ».8 Poesia nuova, musica nuova, avverte l’impresario, lasciando credere ad una prima rappresentazione. L’opera era nuova, sì, ma non inedita, essendo stata data già a Venezia per l’apertura della stagione di carnevale al S. Samuele. Ma lo Zardon non guardava tanto per il sottile. Altro incidente. La sera del 6 marzo (domenica grassa) fu presentato alla Presidenza un sonetto in lode della primadonna Maccior-letti Blasi, non approvato dalla censura. Lo stampatore Hòohenberger 8 si scusò dicendo d’aver portato, il giorno innanzi, una copia al Governatore, ma che avendolo trovato occupato, se n’era andato, riportando il sonetto. Il dì seguente erano venuti da lui i due negozianti greci che avevano ordinata la stampa; in sua assenza, la moglie aveva consegnato loro un foglio. Secondo la Sovrana Risoluzione del 20 gennaio 1790,10 lo stampatore avrebbe dovuto pagare f 50 di multa per ogni esemplare; ma