388 Il Cassis aveva maneggiato con astuzia la faccenda. Dopo essersi reso « Padrone della Sala » aveva « miglioratte ancor le condizioni del Decreto espresso coll’accrescer f 200 a benefizio della cassa Teatrale » ed era riuscito — non so con quali argomenti — a convincere il Pittoni a stipulare con lui il contratto; soltanto « non volendo egli per i suoi riguardi comparire principal contraente, ha incaricato, — riferisce il Pittoni — il suo Uomo d’affari De Senibus di soscrivere il contratto, ma e’ garantisce con atto separato » (i° lu-glio 1797). 50 Due anni dopo il Conte Cassis, con contratto bilaterale del 21 marzo 1800, assicurava ancora l’arrenda dei pubblici balli, con l’obbligo di erigere una sala da ballo.51 Quest’impresa, passata poi agli eredi, durò 24 anni, durante i quali furono pagati f. 101.374.15 di arrenda,52 pur rimanendo un grosso debito che essi rifiutavano di pagare, protestando. Eppure l’impresa non aveva motivo di lagnarsi. L’affitto era di f. 4810.30, ma a sua vòlta incassava f. 3860 dal caffettiere della sala, dal caffè del Teatro per i veglioni, dal noleggiatore di maschere, dal guardarobiere, dal fruttaiolo, dal trattore, dall’oste. Inoltre aveva per sè tutti gl’incassi dei balli durante l’annata, sì che poteva calcolare su di un guadagno annuale di 8 o 10.000 fiorini. Ma il Cassis si faceva lecito trasgressioni alle pubbliche leggi « tollerate probabilmente solo in Arabia », come scriveva il governatore Lovacz 53 al barone Sumarov, presidente della polizia centrale di Vienna. NOTE ALL’APPENDICE « I BALLI » 1 A. Hortis, Delle rappresentazioni sceniche; J. Cavalli, Commercio e vita privata di Trieste nel 1400, Trieste 1910, pag. 394; P. Babudri, Alle origini dell’orchestra di Trieste in II Piccolo della Sera del 25 febbraio 1930. 2 A. Tamaro, Storia di Trieste, voi II, pag. 169. 3 G. Braun, I Diari di Antonio Scussa (1732-49), pubblicati in 2 fase, come supplemento al volume del centenario (voi. XV della III serie) dell’Archeografo Triestino, 1929-31, parte I, ipagg. 4 e 5. 4 P. Kandler, Emporio e Portofranco di Trieste, pag. 138. 5 G. Braun, Op. cit. parte I, pag. 39; cfr. 15-17 febbraio 1733, 8-9 marzo 1734- 6 G. Bussoijn, Della Imp. pr. Compagnia Orientale nel secolo scorso e del Lloyd Austro Ung. nel secolo presente, Trieste 1882, pag. 66. 7 A Venezia si disse petizza la lirazza che valeva 30 soldi. 8 Vedi G. Braun, Op. cit., 28-29 gennaio 1734. I Diari continuano a parlare di lui ancora nel 1749 « di 11 : [gennaio] sino li 15. Già si è datto principio alli Balli publici in Casa del Sig.r Andrea Miani in piaza Vechia oue Vano anco li S.ri Officiali». Nel 1744 (30, 31 gennaio) «la Sig.ra Mariana» che «tiene il ballo in Casa del Sig.r Bisiach » viene nominata dai Diari. 3 G. Braun, Op. cit. 10 Archivi dello Stato, Trieste, Balli e Spettacoli 1756-77, 10 gennaio 1757. 18 gennaio 1759. m G. Caprin, I nostri nonni, pag. 85. 12 C. Iv. Curiei/, Trieste settecentesca, pag. 48. 13 A Venezia si chiamava magazzen uno spaccio di vino, dove « si vende vino al minuto, e dove ai tempi Veneti si ricevevano effetti in pegno, pei quali ritraevansi due terzi in danaro ed un terzo in vino pessimo, detto appunto Vin