97 commedia intitolata 11 Mercato di Gradisca con Arlecchino confuso con li Mercanti, dh’era una satira « con motteggiamenti di gravissima offesa di tutti li Gradiscani nemine excepto... in maniera che dalla reproba rappresent.ne potevano individuarsi le persone, che erano state prese di mira ».67 I nobili Gradiscani protestarono, e chiesero al Ces. Reg. Supremo Capitanial Consiglio di Gorizia l’arresto dei comici, il sequestro dei loro effetti e « ex offo un rigoroso processo, con cui abbia anche a rilevarsi l’autore deH’ingiuriosa commedia », sapendo di certo « che nell’atto dell’iniqua rappresent.ne, veniva agl’attori suggerito dalli Palchetti vicini ». Ma, senza dubbio, gli ideatori della satira erano patrizi goriziani, che fors’anche facevano parte del Consiglio stesso; sicdhè questi si limitò ad ammonire i comici « d’astenersi d’ora in poi da simili particolari rappresentazioni ». I Gradiscani, allora, si rivolsero all’imperatrice, la quale, abituata ad interessarsi alle più minute questioni, non mancò di chieder spiegazione al Consiglio, ordinando « per dare una soddisfazione ai Gradiscani », di far arrestare tutta la compagnia. Ma oramai (9 settembre) i comici erano già lontani. La lezione non giovò. Nell’autunno del 1777 la compagnia del Paganini e del Camerani rappresentò una commedia « con titolo e con introduzione di personaggi e scene in derisione de privileggi e consuetudini della città di Bassano ». Era dunque una speculazione sistematica sugli antagonismi campanilistici. Gli Inquisitori di Stato andarono per le spiccie: scrissero il 27 settembre al Capitano di Padova di arrestare senz’altro Antonio Camarani e Francesco Paganini, direttori della compagnia, di trattenerli in carcere per giorni quindici e poi di severamente ammonirli « precettandoli a non aver più il co-raggio di rappresentare sopra qualsiasi teatro nè quella nè altre simili opere o commedie in pena dell’indignazione del Tribunale ». L’ammonizione avrà servito? Luigi Lazzarini « e nella Maschera del Brighella, e nel carattere da Innamorato, e nelle parti più gravi di Tiranno, e di Padre si è sempre distinto con somma bravura », dice il Plutarco dei comici.69 Prima donna era la moglie del capocomico, Anna Corona Paganini; seconda, Laura Checcati, una padovana, detta la tambura, perchè figlia d’un tamburino della compagnia de’ bombardieri, « Comica spiritosa, e di bella presenza, che nelle parti brillanti, e di forza sa farsi assai bene distinguere su i Teatri;70 le altre due, Francesca Bo- 8. - Curie!