CAPITOLO XIII. [1796-1798] Una primadonna poetessa e una seconda... capace di tutto - Incomincia la controversia con lo Zardon - Una tragedia istriana - Un'opera nuova del Nasolini - Il segretario del tenore Babini, fondatore di uno stabilimento musicale triestino - I Francesi, la « tremariola » e una canzonetta - L’Inno austriaco e il suo dietroscena - « Prise de Trieste » - 1 Triestini disertano il Teatro - Il generale Bonaparte - I liberatori... dei liberatori - L’onomastico imperiale e la stagione d’autunno - Nuova impresa - Un forzato, autore drammatico. Degli ultimi anni del teatro triestino rimangono scarse e poco precise notizie. Il generale Bonaparte dava troppo da fare ai gazzettieri, perchè questi avessero agio d’occuparsi d’altro che del prologo del suo titanico dramma. Era passato il tempo che si parlava dell’avanzata francese con incredulità o con irrisione; era una minacciosa realtà che si avvicinava adesso, irrefrenabile come il destino. Con la vittoria di Mannheim però, la fortuna si era volta inaspettatamente in favore dell’Austria, che ne aveva approfittato per con-dhiudere un armistizio con la Francia, verso la fine del 1795. Non c’era dunque alcun motivo di tener chiuso il teatro, come pensa il Bottura. Infatti, per il carnevale vennero allestiti due drammi giocosi. I finti eredi del Sarti, e Gli Artigiani dell’Anfossi con i balli La Disfatta di Dario e Aneglia e Lmdoro, ossia La giardiniera amante, ideati e diretti da Michele Fabiani.1 Il primo ballo è verisi-milmente lo stesso che il coreografo, con la mutazione del solo titolo in 11 trionfo d’Alessandro ossia La prigionia di Dario, presentò durante l’Ascensione di quell’anno alla Fenice di Venezia, con mu- 1796