96 plessia diede fine a’ suoi giorni ».59 L’elenco della Compagnia si chiude col suggeritore Carlo Fidanza. Il Lapy si fermò a Trieste a tutto l’8 di giugno; quindi passò a Gorizia per farvi la stagione d’estate.60 La primavera è, si sa, la stagione dei fiori e degli amori. Sua Eccellenza incomincia a rivolgere le sue attenzioni a un’altra giovane signora. « Un peu dans la loge de [Mad. R....1 qui1,1 ne voulut pas me laisser entrer dans sa poche, disant que je demandois trop », scrive il 22 aprile. Ma lo Zinzendorf, non più novizio, fa rapidi progressi; tanto dhe cinque giorni dopo può registrare « Dans la loge... chez mon amie, a qui je [cancellato] sa soeur Rose étant presente on n’etoit pas à son aise »,62 Durante l’estate vi furono alcuni concerti. Uno privato, il 7 luglio, dato, sembra, nell’abitazione del Governatore da una Triestina, Marianna Molz, « jadis de la maison des pauvres », scrive lo Zinzendorf, « que nous ferons apprendre à chanter à Pise a plu à ces dames, et déclaré ne pas vouloir chanter dans les Eglises, mais au Théâtre ». Il giorno dopo, concerto di mandolino e corni da caccia « agréables » a teatro. Il 9, il Governatore parte per la sua commenda di Mòttling, donde fa ritorno il 30.63 Il 6 agosto assiste ad un concerto dato in teatro, ma non dà in proposito alcun particolare. Il Pittoni aveva frattanto pensato ad alcune riforme teatrali che espose in un « umilissimo promemoria », presentato il 20 ottobre z777’ propose pure di dare Oratorii durante la quaresima. Lo Zinzendorf lo autorizzò a farne esperimento.0,1 Vedremo quello che ne seguì. Per la stagione della commedia era stata scritturata la compagnia diretta da Francesco Paganini, divenuto capocomico. « Egli guida la sua Compagnia con decoro, seguendo in ciò lo stile dell’estinto suo Padre, e contribuendo moltissimo a’ suoi vantaggi l’abilità, ed il valore della Moglie sua », scriveva il Bartoli.65 L’elenco della « truppa » enumera otto uomini (fra i quali un N. N.) e quattro donne.66 Consocio col titolo di direttore e primo Innamorato era Antonio Camerani, Ferrarese, il quale, abbandonato il mestiere dell’orefice, era entrato in arte assieme alla sorella Rosa. Era un bel tratto d’audacia da parte del Camerani il venir a Trieste, sapendo che due anni prima era stato spiccato contro di lui un mandato d’arresto. Il 18 giugno del 1775 egli aveva rappresentato a Gorizia una