407 starsi la Francia e che a sua volta doveva scagliare ben altre folgori contro l’impero. Francesco Hermet ricorda che ai suoi tempi viveva « ancora per tradizione la memoria di una società filodrammatica che in sul principio del secolo aveva sede in una sala accomodata a teatrino e situata lì presso alla Piazza del Rosario ».31 La Società non ebbe certo la vita lunga, perchè Francesco I proibì le recite dei dilettanti, temendo forse che servissero di pretesto a riunioni francofile. Verso la fine del 1808 i figli d’un negoziante di Trieste chiesero la licenza di dar mensilmente una rappresentazione teatrale; le autorità viennesi si opposero, citando un rescritto sovrano, con il quale venivano inibite le recite private ed i teatrini domestici, e tanto più, era detto, che allora non venivano dati spettacoli pubblici. Il permesso venne nondimento accordato poco dopo, ma con l’avvertimento di presentare ogni volta la commedia da recitarsi (12 gennaio 1809). La diffidenza della polizia crebbe in avvenire vedendo con quale ardore sdegnoso di finzioni i filodrammatici cercassero di tener desto il sentimento nazionale. E non a torto: basta ricordare che il loro animatore era Francesco Hermet. NOTE ALL’APPENDICE « I DILETTANTI » 1 Cesare Levi, Illustri filodrammatici d’altri tempi in Lettura del Luglio 1914, pag. 633 e segg. 2 Vita di Vittorio Alfieri con nota di E. Bertana, Napoli Perella pagg. 283 e segg.; 376 e segg. 3 Baccio Zii.iotto, La cultura letteraria di Trieste e dell’Istria, Trieste Vram, 1913, parte I, pag. 91. 4 Storia cronografica di Trieste dalla sua origine sino all’anno 1675 del can. D. Vincenzo Scussa Triestino, II ed. Trieste, A. Levi 1885, pag. 118. 5 Attilio Hortis, Delle rappresentazioni sceniche in Trieste prima del Teatro di San Pietro nell’Archeografo Triestino, 1881, pag. 151; Attilio Tamaro, Storia di Trieste, Roma, Stock 1924, voi. I, pag. 141. 6 Vicedomini, voi. XCVII, fase. 2, 15 cit. da A. Hortis nel suaccennato articolo, pag. 153. 7 Annua Collegij Tergestini, anno 1733. 8 Attilio Hortis, Art. cit. pag. 154. 9 G. Casanova, Mémoires ed. Garnier, t. Vili, pagg. 409 e 411. Recitare in francese sembrava una cosa di gran distinzione : Le Notizie del Mondo del 9 marzo 1779 parlano d’una tragedia, che a Napoli « si recita in Francese da una Compagnia di Dame e Cavalieri in una sala del Castel-Nuovo » (pag. 159). Nei teatri privati del principe Carlo Auersperg, del conte Altheim, del conte Giovanni Esterhàzy e del signor Lackenbauer si rappresentavano opere italiane e tedesche e commedie tedesche e francesi (Theater Taschenbuch 1787, pag. 96. 10 II patrizio Zaguri scriveva al Casanova da Bologna, il 15 settembre 1773 : « Mi risponderete a Venezia. E mi direte qualche cosa intorno le commedie, e della riuscita e della durata e degli attori che conosco, e del sito e del teatro »