226 « con segni di soddisfazione à onorato il benigno Ferdinando l’Ac-cademia istrumentale eseguita in questo Teatro con numerosa orchestra e straordinaria illuminazione da’ principali Professori di questa Città, Sebastiano Nasolini Maestro di Musica, Giuseppe Scaramella, Professore di Violino, e Francesco Schmòlz Franzolino, Professore di Corno di Caccia, i cui Concerti a solo, ànno meritate le lodi degli Spettatori, e gli elogi del compiacente Sovrano ».10-> Contro le sue abitudini, il Re volle mostrarsi generoso e « fece dare 30 zecchini all’ingresso per il Ballo in teatro e 30 per l’Accademia istrumentale».100 All’accademia musicale seguì un’accademia poetica, così annunziata : « Domani 12 settembre, all’ora solita del Teatro, il sig Matteo Falcini Poeta e Improvvisatore toscano, daravvi un Accademia di Poesia, sopra qualunque argomento che verragli sul fatto dal-l’Uditorio proposto ».107 La poesia estemporanea era in auge nel secolo XVIII; il Perfetti e la Morelli furono addirittura coronati in Campidoglio.108 Ma la quantità di poeti e poetesse che sorse soprattutto in Toscana, finì col discreditare e rendere stucchevole l’improvvisazione. J. Kollmann racconta d’aver assistito all’accademia data da un Baldi di Firenze: « L’improvvisatore comparve sulla scena e dopo aver fatto un inchino, dhiese al pubblico di dargli gli argomenti. Improvvisamente volarono verso di lui da tutti i palchi ed angoli i temi designati, nei quali, per dar loro il peso necessario, erano avvolte monete. Egli li lesse, scelse alcuni senza pensarci troppo su, e fece suonare un pezzo qualunque della musica a tale scopo consegnata all’orchestra, un fievole quartetto di violini. Venne poi al proscenio e cantò con chiara e intelligibile voce in versi sul soggetto scelto, accompagnato soltanto in sordina dalla musica, mentre gli veniva talora prescritta la quantità delle sillabe ». Non mancarono i temi burleschi, come « che cosa avesse detto Oloferne quando si accorse di non aver più la testa » e « Qual’erba piacesse di più all’improvvisatore ». A questa domanda il poeta rispose un po’ risentito che gradiva gli erbaggi freschi e lasciava il fieno a dhi gli aveva proposto il soggetto.103 La Compagnia di Francesco Paganini venne per l’autunno e sembra, per l’ultima volta, perchè il capocomico morì pochi anni dopo.110 Degli scritturati,'11 uno solo ci è sconosciuto, almeno fin che