3l8 gente incominciò a salvarsi. Poi, visto che i Francesi non si movevano, la paura — la tremarola, come scrisse lo Zinzendorf — si calmò : ma gli affari rimasero in piena stagnazione » .26 La notizia della caduta di Mantova (3 febbraio), decisiva per le sorti dello Stato Pontificio, fece risorgere, più forte che mai, la fremanola. Il 13 il barone Pittoni, « per prevenire, nelle attuali riflessibili circostanze, tutti li possibili disordini », vietava le maschere, gli attruppamenti e le gazzarre delle tradizionali esequie del fantoccio rappresentante il carnevale.27 Il giorno prima, ricorrendo il natalizio dell’imperatore, erano stati eseguiti i « Voti publici, cantati a coro nel Teatro, sulla musica del signor Giuseppe Hayden ». Era il nuovo inno austriaco, chiamato così, con prudente politica, a Trieste e « Inno popolare » a Vienna. La sua storia è abbastanza curiosa per meritare una piccola digressione. L’Haydn, udendo a Londra il God save thè kjngT ne era rimasto talmente entusiasmato, che al suo ritorno a Vienna s’offerse di scrivere un inno austriaco. La composizione del testo venne affidata (ironia del caso!) proprio a Lorenzo Leopoldo Haschke, professore di estetica all’Accademia Teresiana, autore della poco monarchica poesia I Re, che comincia con le parole « Di buono non c’è alcuno... » (Keiner ist gutNel gennaio del 1797 l’inno era musicato, e, per divulgarlo, si pensò di ripetere quant’era stato fatto in Inghilterra al tempo della ribellione scozzese del 1745 per il God save thè \ing: vale a dire di far eseguire pubblicamente l’inno nei teatri ed ai concerti. Il ministro conte de Saurau, dubitando che i buoni Viennesi avrebbero cantato spontaneamente il Goti erhalte Franz, den Kaiser, fece stampare e distribuire la poesia prima dell’esecuzione al Teatro di Corte, perchè i convenuti lo cantassero in coro.30 Egualmente a Trieste « all’ingresso fu dispensata ad ognuno gratis la stampa delli sopracennati Voti publici, di cui ecco il tenore: Vivi, o nostro buon Sovrano Vivi, o Degno Imperatori ecc. ». Va da sè, che le autorità politidhe cercarono di dare la massima solennità ai festeggiamenti : « L’apparato della Scena offriva una Sala Regia avente in prospetto un magnifico effettivo Trono, sotto al cui baldacchino grandeggiava il Ritratto della M. S. I. di celebre