425 III. Compagnia diretta da Francesco Paganini Autunno 1777 75 ottobre. - « On joua la Scozzese, imitation de M. de Voltaire par Gol-doni. La pièce m’interessa et ne fut pas mal jouée ». Nel 1760, con l’indicazione di Ginevra, era apparsa una commedia Le Café ou YEcossaise, che la prefazione attribuiva ad un Mr. Hume, pastore della Chiesa d’Edimburgo: una delle tante bizzarrìe del Voltaire che n’era l’autore. Il soggetto invogliò vari scrittori a imitarla o a tradurla. Narra il Goldoni: « Tre Compagnie di Comici vi erano in quell’anno (1761) in Venezia: L’una occupava il Teatro detto di S. Gio. Grisostomo; l’altra quello di S. Samuele; e la terza, per la quale io scriveva, occupava quel di S. Luca. Tutte e tre queste truppe rappresentarono a gara nell’anno stesso, anzi nello stesso mese, la Scozzese di Mon-sieur Hume, o di Monsieur di Voltaire. La prima le aveva cambiato il titolo, alterati i Caratteri, e mascherato il Soggetto; la seconda non l’avea, che letteralmente tradotta, annunziandola al Pubblico per la vera, la legittima, l'originale. La prima ebbe tre rappresentazioni; la seconda non n’ebbe che due, e la mia si sostenne per dodici sere di seguito con applauso, e pieno concorso, e fu rimmessa più volte su quel Teatro medesimo, e fu per tutta l’Italia applaudita, e gustata » (ed. Pasquali, t. XIII, pag. 224 e seg.). Al S. Gio. Grisostomo era il Medebach, che il 26 ottobre aveva presentato La bella Pellegrina del Chiari; al S. Samuele la compagnia del Sacco aveva recitato La Scozzese del Voltaire, nella traduzione di Gasparo Gozzi e al S. Luca, Giuseppe Lapy, quella del Goldoni, la sera del 3 novembre 1761 (Cfr. La Gazzetta Veneta, n. 78 del 7 novembre 1761; Memorie di C. Goldoni, voi. II, pagg. 133, 405, 406; Il Teatro Mod. Appi., 1799, t. XXV, pag. 76 e segg., ecc.). 76 ottobre. - « La piece il Cavalier di buon gusto m’amusa, c’est la ou Harlequin fait le cuisinier et lit si mal le menu ». La lettura spropositata della lista è un lazzo antichissimo della commedia dell’arte (Cfr. E. Petraccone, La Commedia dell’arte, Napoli, 1927, pag. 268; M. Apollonio, Storia della Commedia dell’Arte, Roma, 1930, pag. 272); gli equivoci d’Arlecchino poi, piuttosto volgari che spiritosi : « due poppe di stucco fatte al torno » per « due zuppe di succo estratto di cotorno », « un flato negl’intestini » per « un piatto di latticini », e simili, non fanno rimpiangere la soppressione della scena nel-l’ed. Pasquali (Cfr. C. Goldoni,, Opere, ed. del Municipio, voi. V, pagg. 154, I93"194>- 18 ottobre. - « Valsain eroe Scozzese, pièce tres bien ecrite et qui ne fut pas mal jouée ». Non sono del suo parere le Notizie storico-critiche de 11 Teatro Moderno Applaudito su Valsei, ossia l’Eroe Scozzese di don Antonio Perabò di Milano; esse biasimano « la non bene architettata costruzione del dramma... l’irregolarità dello stile... la troppo servile imitazione delle frasi metastasiane », convenendo però che si devono perdonare tali difetti ad un primo parto. La tragedia ottenne la prima corona al concorso della Reai Accademia di Parma