214 lippo, Fisico della Reai Corte di Francia, ecc. il quale, date avendo prove de’ suoi talenti in tutte le Corti e Capitali dell’Europa, ora, di ritorno dalle Reali Corti di Napoli, Toscana e Sardegna, avrà l’onore di darle ancora nella prossima settimana in questo Ces. Reg. Teatro ove questo rispettabile Publico verrà con particolare avviso invitato ».S3 Il Cavalier Pinetti Villedale de Mercy veniva da Venezia, dove, al Teatro di S. Luca, aveva sbalordito la scelta e numerosa udienza per più sere con le sue « ingegnose esperienze »,34 le sue sorprendenti illusioni. « E’ stato in Inghilterra così chiamato — notava una gazzetta — quanto egli fa vedere di movimento di macchine, di giro di mano, e di mille inesplicabili apparizioni, e cambiamenti di cose, che non sono propriamente nè giuochi, nè esperienze fisiche; ma tutto insieme e l’uno, e l’altro, e qualche cosa inoltre di singolare in quel genere ». E più innanzi: « Un secolo e mezzo addietro, tanta sorpresa avrebbe sicuramente segnato pel sig. Pinetti un destino funesto. Oggi la ragione rispetta anche l’abilità, che gl’impone, sebbene essa non ne conosca l’artifizio, e i mezzi ».3i Il cavaliere e professore (due titoli che furono d’obbligo per i prestidigiatori durante tutto l’Ottocento... et ultra) doveva soprattutto l’ammirazione del pubblico alle figure automatiche che presentava: « il Fagiano dell’Indie che cantava qualunque sorta di Musica, che veniva sul momento proposta; una figura umana in aria di danzatore da corda » che eseguiva « tali forze d’equilibrio, movimenti, e balli » da farla credere un uomo vivente : era costata al Pinetti cinque anni di studi e d’applicazione; un fantoccio che chiuso a chiave dagli spettatori in un bauletto, lo apriva al comando, metteva fuori la testa, diventava piccolo o grande e tornava a richiudersi come se fosse animato.3“ La Gazzetta Urbana Veneta riferisce due gustosi aneddoti che dimostrano come il taumaturgo, fuori di scena, perdesse tutta la sua chiaroveggenza. « Il Pinetti ebbe gran successo a Venezia; un Polacco mostrò desiderio di imparare qualcuno de’ suoi giuochi; egli accettò primo verso compenso di 50 zecchini, e secondo di non rivelare il segreto ad alcuno. Il Polacco tenne la seconda condizione ma non la prima, ed abbandonò le « Adriatiche lagune ». Il secondo dimostra come il prestidigiatore avesse trovato un pericoloso concorrente nel suo segretario Pietro Battaglia, Romano, il quale improvvisamente sparì « asportando seco una somma di L. 11000. circa, una