II Questa volta veniva data un’opera davvero, Nel perdono la vendetta con artisti conosciuti. La Peruzzi aveva cantato più volte a Venezia fra il 1724 e 1733 e sembra fosse un’attrice esperta.'1' Paulo Vida da Capodistria godeva buona fama quale soprano. Fu a Brc-slavia nel 1723 come primo cantante assieme ad una compagnia italiana; 27 dal 1724 al 1726 cantò a Praga in varie opere, annunciato come « di Capo de Istria, o Giustinopoli, virtuoso di S. Marco ».2‘ Nel carnevale del 1729 si presentò a Bergamo 20 e nell’autunno dello stesso anno a Venezia, al Sant’Angelo 30 assieme al Moretti, già noto per aver cantato colà più volte. Anche la Berti cantò a Venezia nel 1730 e 1733, sempre in parti maschili. Il 31 agosto « fu datto termine alla Fiera con il segno prima al doppo pranzo della Campagna [sic] della Torre del Porto, poi al tramontar del Sole nel Ces.° Arsenale con Sbari di Canonne in segno d’esser la Fiera finita ». Per l’anno seguente abbiamo solo le notizie dhe ci lasciò lo Scussa, molto ottimiste : « Già ai primi d’agosto cominciarono a venire i mercanti e alli nove a mezo giorno si diede il Segno con il suonar la Campana alla Torre del Porto del principiar della Fiera del Ces.o Arsenale. Et alla sera li Ferrari 31 per li Cantoni della Città tutti illuminati. Li Personagi dell’Opera hanno datto principio li 8 : giorno di Sabato... La Fiera è stata assai ricca, e li Mercanti, e Nego-tianti tutti uno con l’altro hanno fatto dei utili ». L’esito favorevole dava adito a nuove, più fondate speranze; ma venne presto a distruggerle la guerra per la successione polacca. Il commercio fu paralizzato completamente per oltre due anni. Le continue sconfitte degli Austriaci in Italia, la perdita del Napoletano, e con ciò, di quei pochi mercati che erano congiunti a Trieste, prostrarono tutte le forze. Alle baracche della fiera fu tolto il legname per far navi: i magazzini e il «lazzaretto sporco», finito nel 1730 al Campomarzio, divennero caserme o batterie.3" Proprio il primo giorno di carnevale, il 17 gennaio « al doppo pranso à Suono di Tamburo furono bandite le Maschere, e publici Festini, e ciò a motiuo della presente guerra », scrive il nostro cronista. Principio poco allegro di una serie di sciagure che vennero ad immiserire la disgraziata città. La fiera di S. Lorenzo non fu tenuta. « Solo che in Città sotto la Loza hanno fatto li suoi Cassoti, se uenisse qualche Mercadante da Germania », dice il solito cronista; 1733 1734