9 nigaglia, pensò di indirne una a Trieste, dichiarando franco in quel tempo « tutto il corpo dell’Arsenale, recinto che comprendeva l’odierno Teatro colle vie ed edilìzi laterali, la Piazza del Teatro, il corpo del Tergesteo colle vie laterali, e frazione sulla piazza che sta dinanzi alla Borsa La Fiera franca doveva principiare il i" agosto 1730 e durare sino a tutto il 20 del mese. Ad imitazione pure della fiera di Sini-gaglia, onde attrarre gente dai luoghi vicini e dare uno svago ai forestieri, si allestì nella Sala del Comune una farsa musicale, Ser-pilla e Bacocco, la quale presentava il duplice vantaggio : d’esser preceduta da eccellente fama e... di non richiedere che due soli cantanti. Il soggetto della farsa è semplice, ma piacevole e abbastanza brioso; certamente è superiore per scorrevolezza e verisimiglianza alla maggior parte dei libretti che conosceremo in seguitp. Bacocco (che in altre edizioni è detto Bajocco), giuocatore sfrenato, torna a casa dopo aver perduto « oltre il denar, l’anello e l’oriolo » anche « la spada, il cappello e il ferraiolo ». E’ facile immaginare l’accoglienza che gli fa la moglie, bacchettona all’eccesso. Invano Bacocco cerca di calmarla; Serpilla vuole Divorzio, divorzio, ciascuno da sè! Nel secondo intermezzo, Serpilla si rivolge al giudice per ottenere il divorzio; ma il giudice non è altri che Bacocco, travestito, che si è introdotto nell’aula con la complicità d’un usciere. Il finto giudice fa il galante e promette alla postulante il divorzio, a patto di diventare il suo cicisbeo, ed ella si mostra poco severa. Allora Bacocco si smaschera : Ah falsa ipocritona! Qucst’è la buona, La bacchettona, Che si mortifica La notte e il dì. Serpilla cerca di scolparsi: Bajocco mio Son fatta anch’io Di carne fragile Come sei tu.