i79 fuori concerto (1781), direttore (1783), coreografo (1791) e ancora primo grottesco assoluto fuori dei concerti (1795).4 Il Favier era stato nell’estate del 1783 alla Canobbiana e nell’autunno alla Scala di Milano, come primo ballerino. La Coppini e l’Orti furono lodati dal Polcastro, quando si produssero al Teatro Nuovo di Padova, per la Fiera del 1792 : ella è detta « una Ballerina d’un merito non comune » e lui, « bravo e forte grottesco ».5 Il libretto dell’opera non nomina alcun ballo, ma di uno ne parla la gazzetta Notizie del Mondo (n. 15, del 19 febbraio): « Da Trieste 26, Gennajo. Il Sig. Carlo Augusto Favier inventore, ed esecutore de’ balli pose in Scena in questo Cesareo Regio Teatro di Trieste, L’Ezio diviso in 3. atti, eseguito con tanta accuratezza, maestrìa, ed eleganza, ed adattando si bene le decorazioni alla ristrettezza del Teatro, che meritatamente riscosse l’ammirazione, e l’applauso, di questo Pubblico, che non potè abbastanza lodare il merito, e la bravura di questo Giovine, che in età di soli 22. anni, può andar del pari con li più celebri Professori di quest’arte ». La seconda opera fu ha Villanella rapita 6 del Bianchi, « notevole per l’audacia della critica a situazioni morali e sociali », e perchè precorre per sensibilità la famosa Nina paisielliana. Domenico Poggi vi sosteneva la parte dello sposo ingelosito, parte da lui « creata » a Venezia. La stagione fu breve, chè il dì delle ceneri cadde il 9 febbraio; ma lo Zardon aveva riservato le più belle carte per ultimo. Approfittando dell’occasione che « l’impareggiabile sig Pacchierotti 7 prendeva congedo da Venezia, dove durante l’autunno ed il carnevale aveva fatto delirare il pubblico del S. Benedetto, portò a Trieste il divo assieme a due altri suoi compagni di scena: Brigida Giorgi Banti, celebre per la sua voce fenomenale, e Raimondo dal Moro.8 E, per completare degnamente il quadro, scritturò il tenore Vincenzo MafToli, celebre a 25 anni, e la Molz Terpin, che durante gli ultimi sei anni aveva cantato in vari teatri, prevalentemente nel genere buffo, ma che per la fiera di Padova del 1778 aveva sostenuto la parte di seconda donna nel Quinto Fabio, protagonista il Pacchierotti.9 Fu appunto con quest’opera,10 il cavallo di battaglia del primo uomo, che l’Italia applaudiva già da sette anni e che Trieste non conosceva ancora, che si volle inaugurare la stagione. Lo spettacolo