1784 i6o Tu lo sanasti: orid’è che sì gradita Voce sparge la fama, e lunghe echeggia L’eccelso nome tuo che signoreggia Sull’arte tua, ch’è così illustre e avita. L’estremo punto era di già vicino; Morte correva con veloci passi: Ma tu le attraversasti il suo cammino Mercè tue cure egli fuggì il periglio, Onde a te che il salvasti, dir potrassi Che il Padre sei, e ch’egli sia tuo figlio. Una nota del 13“ verso dice: « Il Sig. Leonardo Vordoni38 Medico preclarissimo, che con particolar cura ridonò la primiera salute al sig. Antonio Sacco ». Nessun altro ricordo resta della stagione del Sacco. In autunno incominciarono a circolar voci inquietanti. La provincia era piena di soldati e si presagiva la guerra.39 Una distrazione venne a portare la compagnia Lapy, che rappresentò una Medea con intermezzi musicali di Giuseppe Poffa.40 Protagonista era Elisa-betta Ughi, Veneziana. « Uji nobile aspetto, un volto ornato di grazie, ed una rara biondissima chioma sono i pregevoli naturali suoi doni », scrive il Bartoli.41 « Uno spirito lodevole, un’espressiva aggiustata, ed una sufììcentissima intelligenza formano i suoi meriti nell’arte del recitare. Ben accolta per tutto, applaudita, ed onoràta, può darsele il grado di piacevole Attrice... ». Il primo attore era Francesco Martelli, figlio d’Antonio, il quale, secondo il Bartoli, si andava guadagnando un favorevole concetto in ogni luogo ove si esponeva e che avrebbe potuto acquistarsi maggior fama « con un poco più d’attenta e precisa curanza allo studio del suo mestiere, e con un po’ meno di divagamento per le grazie del bel sesso ».42 La stagione di carnevale si aperse col dramma giocoso Fra i due litiganti alcun non gode 43 del Sarti, che sotto vari titoli conseguì vivi successi a Milano come a Venezia, a Vienna come a Parigi, e che la critica trovò pieno di sapor comico, di freschezza e di gusto. Una frase ebbe la fortuna di piacere talmente al Mozart, che nel 1784 compose 8 variazioni (Acht Variationen fiir Klavier uber Sarti’s, « Come un agnello ») e tre anni dopo l’usò come musica da tavola nel Don Giovanni, facendo però annunziare da Leporello il titolo dell’opera.