289 di solito opere buffe; queste vengono infinitamente preferite alle prime. Che a Trieste, dove predominano le usanze d’Italia, si trovi piacere a questo spettacolo, da starsene rinchiusi in un piccolo palco durante quattro o cinque ore, (circa 20 sere di seguito), per ascoltare e vedere sempre lo stesso lavoro e, quasi sempre lo stesso ballo, non mi fa meraviglia », scrive un viaggiatore, il quale si meraviglia invece che possano piacere nelle più ragguardevoli Corti tedesche ed anche in altre grandi città scurrilità così basse, « che ci si vergognerebbe di ammanire perfino nei teatri di marionette olandesi. In quelle opere », continua, « non c’è l’ombra d’un piano. Sciocchezze dalla prima scena alFultima. Linguaggio, abiti ed azione sono incomprensibili. Tutti corrono disordinatamente, ci si picchia, ci si urta, ci si butta reciprocamente a terra, si grida confusamente, ed i visi ed i gesti degli attori contribuiscono pure a rappresentare con illusione perfetta una casa di pazzi furiosi. Taccio dei gesti e dell’azione che oltraggiano i buoni costumi in modo ancora più nocivo».108 Non taccio il Meermanns come straniero, di giudicare poco equamente. « Sciocchezze magnifiche apparecchiate con grande studio e con grandi spese, ma sempre sciocchezze », scriveva il Milizia dell’opera italiana; e il Da Ponte: « Povera Italia, che roba! Non intreccio, non caratteri, non interesse, non sceneggiatura, non grazia di lingua, o di stile, e comecché fossero fatti per far ridere, pure ciascuno creduto avrebbe che assai più proprj fossero per far piangere... Erano tanti ammassi di concetti insipidi, di sciocchezze, di buffonerie ». Altri ancora erano della loro opinione. Ma, si sa, la maggioranza del pubblico non è quella che dà norma al buon gusto.108 E fu, al solito con un’opera buffa che s’inaugurò il carnevale. Si diede La Serva innamorata di Pietro Guglielmi assieme ai balli Giasone e Medea e La Bottega del Calzolaio.'" Prima buffa era Anna Nada Aliprandi, che giovane ancora aveva sollevato l’entusiasmo dei Bolognesi, i quali, per la sua serata con « illuminazione del teatro », le avevano fatto omaggio di sonetti buffissimi, di versi sulla seta e « piccioni col campanino ». Finita la stagione di Trieste fu scritturata assieme al marito per tutto il 1795 e Carnovale 1796 al Reale Teatro de Los Cannos del Perai di Madrid.1'1 « È buffo d’ottima scuola, canta, sceneggia bene », scriveva del Madrigali il Polcastro.11' Anche il Picconi doveva possedere buone qualità, se come i precedenti, andò in seguito alla Scala ed alla Canobbiana.111 Gli altri esecu- 2,J- - Curie!