2IÓ de’ poveri; e sebbene aperto fosse questo Teatro con l’esperienze fisiche sperimentali del sig. Pinetti, e con le comiche Rappresentazioni della Compagnia Fabri, e data avessero i Filarmonici nella sera di domenica una sontuosa accademia in questo Casino; pure S. A. R. non intervenne ad alcuna di queste publicità, amando meglio di occuparsi totalmente fra i personaggi di ministero e di sua confidenza, agli affari di serietà e d’importanza »,42 In autunno, altra compagnia di prosa: quella di Andrea Bianchi.'13 Fra i comici nuovi per i lettori c’è Giuseppe Jagher, Veneziano, del quale il Bartoli scrive, senz’entusiasmo, che dimostrava « qualche abilità per le Commedie all’improvviso, e niente meno per le studiate Rappresentazioni »; peraltro, ciò che gli mancava per il Teatro veniva « abbastanza compensato dal suo ingegno inclinatissimo a scrivere talvolta qualche scenico lavoro ».4J Altro autore era il Veronese Giacomo Girelli, il quale alternativamente suggeriva e recitava;43 di sua moglie Anna è stato già detto. Marianna Zanotti, moglie delXArlecchino Giuseppe Barili, era bolognese. « Esercitossi prima nel Ballo, e poi diedesi all’arte Comica, recitando da Donna seria », dice ancora il Bartoli e riporta un sonetto in prova dell’abilità di lei; ma nel sonetto si lodano soprattutto gli occhi e le grazie della signora Marianna...46 Gli altri non lasciarono ricordo di sè. Mediocri dunque i conosciuti, figuriamoci gli altri... I frequentatori del Teatro di S. Pietro furono risarciti dalla stagione d’opera buffa che quest’anno s’iniziò il 6 dicembre, continuando fino al 23, per riprendere poi, regolarmente, il giorno di S. Stefano.4' Il cartellone offriva varietà di opere e balli. Prima buffa era Susanna Contini che dalla primavera del 1787 fino a tutto il carnevale 1788 aveva cantato a Napoli assieme al Bellentani, che lasciata la scena di prosa, era passato con fortuna alla lirica.48 Lo Zardon, che come sappiamo, aveva anche l’impresa del Teatro Nuovo di Vicenza e del Teatro del Prato della Valle di Padova, aveva trasferito il Bellentani, il Dazzi, il Codecasa, il Dupin, la Radaelli, il Marsigli, il Biserelli, i ballerini di concerto, dal primo teatro, dove avevano agito durante l’estate, al secondo dove rimasero durante l’autunno, per portarli poi a Trieste. Anche il programma svolto a Padova fu in gran parte quello di Trieste. La prima opera, L’Impresario in Angustie, è una specie di prologo.