IÓ2 seria, in cui cantò la celebre Pozzi Romana, si restituì al suo albergo ».50 Di questa rappresentazione lo stesso Giuseppe II ci fornisce qualche notizia scrivendo al conte de Wilczek : « Trieste du 15 mars (1784) ... Ici il y a Opera Seria savoir la Didone di Metastasio, musique de Sarti, de la quelle on fait l’application à la femme de Putiphar que le caste Joseph abandonne come Enee, les paroles et la musique néanmoins sont restées telles quelles de la Didone. La Compagnie est en vérité la meilleure que j’ai vu encore en Italie, surtout la prima donna la Pozzi... ».51 Sembra che alla moglie di Putifarre, di cui le Sacre Scritture non si curarono di tramandarci il nome, sia stato posto quello di Bithià. Almeno si legge nelle Notizie del Mondo di Firenze del 27 marzo, a proposito della venuta dell’Imperatore : « La sera stessa fu al Teatro per sentire l’Opera in musica, rappresentante la Bithià abbandonata, e la Sig. Poffi (sic) prima donna, col Musico Sig. Cre-scentini, riportarono un degno applauso dall’Augusto Sovrano » (pag. 232). Sospetto in questo travestimento un’astuzia della Direzione teatrale: è ben possibile ch’essa abbia fatto passare l’opera come rappresentazione sacra, camuffando la Didone52 da personaggio biblico. « Il sistema di accoppiar musica operistica ad argomenti sacri ebbe discreta voga un tempo, chè non sono pochi gli esempi di simili mascherati oratori. L’Ifigenia in Tauride di Traetta divenne 5. Ifigenia in Etiopia (Firenze, Congregazione ed Ospizio di Gesù, Maria e Giuseppe e della Ss. Trinità, detto del Melani, 19 marzo 1773); la Penelope di Cimarosa si trasformò in S. Filippo Neri che risuscita Paolo Massimi (Roma, 1796) », scrive il Piovano e cita altri esempi che vanno fino al 1851.53 L’Imperatore parla ancora dell’esecuzione in una lettera diretta al conte de Rosenberg: « Trieste ce 17 mars (1784) Ici il y a l’Opera Serieux, la Didone musique de Sarti. La prima donna, nommée Pozzi, est bonne : le Châtré Crescendno est d’une très jolie figure, et le tenor qui est bohème, n’est pas mauvais ».51 Anna Pozzi, « Virtuosa di Camera di S. A. R. l’infante Duca di Parma », veniva da Venezia, dove aveva cantato al S. Benedetto. Giovane ancora (era nata nel 1758), era allora nel suo periodo più fulgido. Il Frizzi dice di lei « una presenza che incantava, una voce