243 visto che uno solo era stato posto in circolazione, dietro proposta del Governatore, il Hòchenberger fu condannato a pagare soltanto f 50 alla Cassa Camerale. All’avvenimento al trono di Leopoldo II, i Triestini si saranno chiesti se il nuovo imperatore, così devoto al clero, avrebbe permesso la stagione di quaresima, tanto malvista dalle autorità ecclesiastiche. Ma più che il pubblico, questa domanda preoccupò la Direzione teatrale, che fece subito passi perchè quel singoiar privilegio venisse mantenuto, e riuscì ad ottenere un decreto, secondo il quale « in seguito all’Eccelsa Risoluzione si potrà continuare a dare, senza difficoltà, le Opere serie a Trieste anche durante la Quaresima »." La Direzione teatrale si sentì talmente rassicurata, che non si peritò di metter in scena anche balli. Certo, avrà servito di scusa che non si trattava di balli grotteschi, ma di danze che facevano parte delle opere. L'Ercole al Termodonte fu annunziato àa\YIndice de’ teatrali Spettacoli,12 ma neppur questa volta andò in iscena. Si ripresero invece Gli Argonauti in Coleo ed II Pimmalione, con gli artisti della stagione precedente, almeno per le prime parti, come vedremo. Essi poterono vantarsi d’aver avuto poco meno che un « parterre de rois ». Terminati i festeggiamenti nuziali a Vienna, passarono per Trieste la regina di Napoli Maria Carolina, l’arciduca Ferdinando, granduca di Toscana con la consorte, Maria Amalia di Borbone, gli arciduchi Carlo Luigi e Alessandro Leopoldo, palatino d’Ungheria, con i loro seguiti. Vennero pure i principi regnanti di Lichtenstein, Auer-sperg ed Esterhazy, il conte e la contessa Zichy. La nobile comitiva giunse alle otto e mezzo della sera del 20 marzo « fra la moltitudine grande di Popolo in aspettativa » e scese alla Locanda grande, detta di Giovanni.13 Il giorno dopo « alle ore 6lA S. M. la Regina, la quale, per il suo tardo arrivo in Trieste, non potè intervenire la precedente sera al Pimmalione rappresentato in questo Ces. Reg. Teatro dall’inimitabile signor Babini e della valorosissima signora Pitrò, portossi ad onorare il Dramma serio Gli Argonauti in Coleo che in detto Teatro intieramente illuminato rappresentossi, ed in cui i principali Cantanti Signor Matteo Babini sopraddetto, e signora Teresa Maciorletti Blasi si distinsero, superiormente alla aspettazione, non solamente del Publico; ma ben anche della benignissima Sovrana delle due Sicilie solita ad ascoltare ne’ celebri Teatri di Napoli, e specialmente nel Teatro Reale di S. Carlo, i migliori Cantanti dell’Europa. In fatti la M. S. parlonne con espressioni graziosissime di bontà,