io8 qualche tempo — un prudente riserbo: ricevette soltanto belle damine. Nei Triestini incominciava a svilupparsi la propensione per i concerti; anche il Medebach dovette cedere il campo per una sera ad un’accademia musicale. Scrive lo Zinzendorf: « 22, Mai 1778. Au théatre un chatré qui s’en va en Russie, chanta ainsi que Panzetta, le 3me buffo de l’opera du Carnaval. Le jeune Terpin joua bien du violon ». 11 musico credo sia Cristoforo Arnaboldi, detto Comaschino, che nel 1780 è nominato fra gli artisti del Teatro di S. M. Imperiale a Pietroburgo.1'' Panzetta era il soprannome, divenuto quasi nome d’arte, di Vincenzo Micheletti, che tornò a Trieste nel seguente carnevale; ritroveremo in seguito anche il Triestino Giovanni Terpin. Con una memoria, presentata il 31 luglio, il Pittoni torna al suo progetto, proponendo questa volta il maestro Giorgio Crinazzi. Per corroborare la domanda, unisce uno « stato preliminare della Cassa Teatrale »,10 secondo il quale sarebbe rimasto un civanzo di oltre f. 1200. Ma il Governatore non si lasciò convincere da quei conti campati all’aria e rispose che non era possibile sapere quanto sarebbe avanzato in cassa, perchè altri nuovi pagamenti avrebbero potuto sopravvenire; per conseguenza il progetto non poteva venir adottato (3 agosto 1778). La stagione estiva d’opera incominciò, pare, il 5 agosto; sotto questa data leggiamo nel Diario dello Zinzendorf: « La Frascatana fut assez bien rendue, Chiappini, Negri et Tassini assez bons acteurs, la Negra laide et chante fort bien, la Zovini affectée et sans voix, la Rosa pas tant mal mais grimassière et peu de voix. Amor non so che sia ioli air et Giovinette semplicette, me toucha infìniment ». Dell’opera è stato già detto; l’impresario era Pietro Rosa, nominato pure più innanzi dallo Zinzendorf. Il Rosa era stato un buon Pantalone e in genere, un buon comico. Il Goldoni aveva scritto per lui varie parti, come quella del Tornio nel Torquato Tasso. In seguito s’era messo a far il capocomico, e, avendo due figlie, Angela ed Elena, maritata Palmini, che cantavano, rappresentava pure qualche opera comica; N finalmente, s’era messo a fare l’impresario d’opera, con scarsa fortuna. La Rosa menzionata dallo Zinzendorf, è probabilmente l’Angela; Andrea Chiappini faceva parte della compagnia Rosa nel 1775, come cantante buffo; 18 il Negri e la Negra dovreb-