74 3-1 G. Mainati, Croniche, voi. IV, pag. 305; E. Generini, Curiosità triestine, pag. 466; N. Ebner von Ebenthall, Maria Theresia und die Handelsma-rine, Trieste 1888, pagg. 81, 87 e 95. Dr. E. Metlikovitz, I Lazzaretti marittimi di Trieste, Trieste 1904; Dr. Antonio Lorenzutti, Cenni storico-descrittivi della solenne inaugurazione del Lazzaretto S.ta Teresa detto il nuovo, celebratasi in Trieste nell’anno iy6g, Trieste 1848; Arturo Castiglioni, Il volto d’Ip-pocrate, Milano 1925, ecc. 22 L. de Jenner, Annali, pag. 111. 23 Pietro Casati, castrato, cantò a Vienna assieme a Felice Salimbeni nel 1739. (M. Bermann, Maria Theresia, pag. 47). 24 Queste parole di colore oscuro, che sembrano voler dire che il Prologo venne rappresentato dopo la commedia, furono interpretate come se l’autore fosse venuto a Trieste per mettere in scena una commedia scritta per l’occasione. L’una e l’altra cosa sono da escludere. Soltanto i compositori assistevano alle prime, l’uso di chiamare alla ribalta non era conosciuto in Italia. Il Chiari, poi, perduta l’immensa popolarità che aveva goduto per quasi tre lustri, aveva lasciato Venezia nel 1762 per tornare nella sua città natìa, dove viveva ritirato in un sobborgo, passando il tempo a scribacchiare in versi e prosa. In quanto alla commedia, sospetto si tratti de La notte critica, rappresentata a Venezia l’ultima sera di carnevale del 1761. Questa commedia aveva un prologo che fu recitato il 6 ottobre 1760 al Teatro Grimani di S. Gio. GrisOstomo e che provocò una lunga polemica sulla Gazzetta Veneta di Gasparo Gozzi (Cfr. Gasparo Gozzi, La « Gazzetta Veneta », con proemio e note di Antonio Zardo, Firenze 1915, pagg. 291, 299, ecc.; Antonio Zardo, Teatro Veneziano del Settecento, Bologna 1925, pagg. 94 e segg.). Gianfrancesco Sommi Pice-nardi, Un rivale del Goldoni, Milano 1902, pagg. 78-79). L’argomento è questo: La Fortuna è seduta sopra un globo « che gira a guisa di ruota sotto ae’ piedi » ed ha accanto un’urna dorata « da cui si estraggono le vicende de’ mortali ». Sono con lei il Giorno e la Notte. Entra Venezia a mano di Apollo, e questi, in nome di lei, chiede alla Fortura una notte e un giorno per un poeta e una compagnia di comici. Risponde la Fortuna esserle vietato dall’incostanza sua di dare l’una e l’altro insieme, ma per questa volta, derogherà alle leggi del Fato, e dopo aver scossa l’urna ed estrattane una carta : « Ecco in tua mano - L’invisibile arcano, - Ch’esta carta rinserra - D’una notte e d’un dì fausto alla terra! ». « Vero monumento di bizzarria e di servile adulazione a Venezia e ai veneziani », esclama il Sommi Picenardi; ora mutatis mutandis, tutte quelle belle parole venivano indirizzate proprio alla rivale di Venezia! Sarebbe interessante raffrontare i due testi. Il canonico dr. Pietro To-masin riporta in Reminiscenze storiche di Trieste (voi. I, pag. 304) il frontespizio: « Il tempio della fortuna, Commedia con prologo dell’abate Pietro Chiari da Brescia, poeta di Sua Altezza Reale l’infante di Spagna, duca di Parma, etc. etc. Da rappresentarsi in Trieste il giorno 31 Luglio 1769 in occasione dell’apertura del lazzaretto di Santa Teresa. - Trieste presso Giovanni Tommaso Trattner, stampatore e libraro di S. M. I. R. in 160, pagg. 52 » ma non dice ove abbia veduto il libretto. Il soggetto della Notte critica si può riassumere cosi: Luigi, negoziante Veneziano, sbarcato in Olanda « in tempo di notte con Luna