82 vano saputo nè voluto comprendere l’anima della città. Per loro, le usanze italiane erano una manifesta insubordinazione, se non peggio. E s’essi venivano dalla Stiria o dalla Carniola, il conte Zinzendorf veniva ancor più da lontano, essendo nato a Dresda. Di più, giunse a Trieste il 13 giugno, alle nove di sera e entrò in carica il giorno dopo, un venerdì! 2 Ma già il primo atto del conte Zinzendorf meravigliò gradevolmente i Triestini, perchè lo dimostrò subito modesto e nemico delle cerimonie. Il castello e le batterie avevano incominciato a sparare in suo onore il mattino; ma avevano dovuto cessar subito per ordine del governatore stesso. E il giorno dopo, gli ufficiali, i consoli esteri, i negozianti che andarono a porgergli il benvenuto, poterono persuadersi della sua affabilità, della sua coltura, delle sue cognizioni commerciali. « Si può dire che il periodo dello Zinzendorf fu, per Trieste, il più felice di quel secolo », scrive il Tamaro. Salutiamo anche noi la venuta del conte, il quale non solo si affezionò al Teatro di Trieste, e lo favorì, ma laSciò preziosissime note sulle rappresentazioni.3 Il governatore non tardò a mostrare la sua inclinazione. Leggiamo nel suo Diario, sotto la data 20 giugno: « }e lus les papicrs concernant le Theatre de Trieste ». Forse il progetto per l’erezione di un nuovo teatro, sul quale il barone Pittoni doveva dare il suo parere. L’orefice Antonio Mezzodì assieme ad un compagno non nominato, aveva indirizzato una supplica a Maria Teresa, chiedendo che gli venisse accordato gratis in sua proprietà e del suo socio « il sito inserviente dietro la Ces. Reg. Dogana 4 in faccia alla Casa Bancale 5 ove sogliono abitare gli Rappresentanti verso il Molo S. Carlo, lasciandovi una distanza di 18 clafter dalla detta Dogana alla facciata del nuovo Teatro e di clafter 5 dalla Casa Bancale ». Egli si obbligava « di costruire un Arco a volta dal primo piano della Casa Bancale fino al piano Nobile del Teatro acciò che il Rappresentante con la di lui famiglia o chiunque altro soggetto di rango che ivi alloggiasse, possa passare al Teatro senza far le Scale, e senza l’uso delle Carozza ».6 L’area che il Mezzodì chiedeva era proprio quella dove una ventina d’anni dopo sorse il Teatro Nuovo. Un altro progetto fu presentato cinque mesi dopo dal nego-