384 a cavallo e in carrozza sulla strada, che si riempie di spettatori. Uno spettacolo vivacissimo specialmente negli ultimi tre giorni ».” Un ordine che imponeva ai ballerini di rimaner mascherati destò vivo malcontento, tanto che il Pittoni credette bene di chiederne la revoca al Governatore con la seguente lettera: « Ecc. Rv.ta Ho avvto f avvisato? ] ancor nello passatto carnevale l’E. V. che obbligando l'Editto de Balli di tener la maschera sul volto quasi tutti s’allienano dal Ballo del Palazzo di sorte, che convenne alla Dir. Teatrale (con consenso di V. E.) indenizzare li impresari del Ballo con f. 100. La maggior parte portano questa plausibile ragione di troppo riscaldarsi ballando col volto alla faccia e di esporsi a Rheumi [illeggibile |. Or avendo io preso le più esatte informazioni sopra il sistema de’ Balli pubblici, che si pratica in Viena ed avendo precisamente rilevato, che ne’ ridotti chiasched’un entrar bensi debbe in maschera decente e propia ma che poi in seguito possa levarsi il volto, e ballare senza esser obligatto di tenerlo sulla faccia così ardisco umiliare a V. E. il mio sentimento, che è di addottare il sistema della Dominante, e di permettere a Ballerini di poter ballare senza volto. In caso poi che E. non trovasse opportuno di eludere dal rigore del-l’Editto dell’anno passatto supplica l’impresario del Ballo S. Vincenzo Gianesmi, d’esser dispensato di tener balli in Teatro e con ciò evitar un’evidente perdita che con ciò s’esporrebbe overo la cassa Teatrale a dover far indenizazioni. Dell’E. V. Um. Dev. O. Serv. pres. 18/12/81 Pittoni Ad acta essendo di già stato dato vocalmente da S. E. il Sig. Conte Governatore le opportune istruzioni al Sig. B.ne de Pittoni in questo proposito ».2S Il 10 marzo 1787 venne posta al pubblico incanto « l’Arrenda o sia la privativa dei balli pubblici per soldo, sì in teatro che nella sala di ballo, come ancora nelle botteghe da caffè, osterie ecc. » per il corso d’anni cinque e aggiudicata a Vincenzo Maurizio Nobile de Mohrenfeld, verso pagamento di ungheri 100, « da pagarsi in due ratte, una alli primi di Ottobre, e l’altra li 26. Xbre di ciascun anno ». Il Maurizio era « libero di dare per tutto il corso dell’anno le feste di Ballo nei giorni, che gli piace, e che troverà di suo vantaggio, ad eccezione soltanto... che nella stagione del Carnevale dovrà egli dare cinque feste di Ballo per Settimana, tre nella Sala da destinarsi, e due in Teatro segnata-mente una di queste ne giorni di Lunedì. ...Il prezzo dell’ingresso resta fissato di soldi trenta nella Sala del Ballo, e di Mezzo Fiorino in Teatro ».29 L’Arrenda venne rinnovata l’u aprile 1792 per l’importo annuale di Zecchini Imperiali d’oro 793. L’impresa dei Balli nobili era stata assunta da Ladislao Miani, il quale « nella combinazione dell’universale giubbilo » per la conquista di Belgrado