322 e la sera fu splendidamente illuminato il Teatro. L’accoglienza che il predetto supremo Generale fece ad ognuno de’ Corpi e degli Individui amici della República francese fu sommamente cortese e consolante; particolarmente lo fu quella che usò verso il Magistrato di questa città. Egli lo assicurò della sua stima per l’illibato e dignitoso di lui procedere; in contemplazione del quale, come pure in riguardo della graziosa mediazione del signor Marchese Spinola Comandante della Squadra del Re di Spagna qui ancorata, e del signor Cavaliere de Lellis suo Console in questo Porto-franco, interposta a nome di S. M. Cattolica, fece un rilascio di 400 mila lire tornesi, dal totale della Contribuzione di tre milioni imposta a questa città ».J2 All’opera, intanto, era successa la commedia. « La comica Compagnia Perelli, che à incominciate le sue recite la sera del dì 23 del p. p. aprile, si concilia sempre più gli applausi ed il compatimento di questo rispettabile Publico », scriveva la Gazzetta'2 I comici erano in gran parte quegli stessi, dhe il Perelli aveva condotti a Trieste due anni prima.41 Aggiungiamo all’elenco il suggeritore Antonio Benaglia, autore dei « complimenti » recitati dalla prima attrice Angiola Bruni e rimaneggiatore di commedie.'15 Se la compagnia recitasse — spontaneamente o sollecitata — qualche saggio del teatro giacobino, non abbiamo modo di saperlo. In tutti i casi, aveva in repertorio parecchi lavori reazionari o che almeno potevano passar per tali: Amore e cabala dello Schiller, sotto il titolo Luigia e Ferdinando; I giochi di Corinto del tenente Antonio Valle; La morte di Catone, melodramma dell’ab. Metastasio, ridotto ad uso del teatro comico, e soprattutto, la tragedia dell’ab. Monti, Aristodemo, del quale i « liberi sensi insospettirono i despoti anche prima della rivoluzione di Francia ». Il valore dello Zanarini vi si manifestava eminentemente.'16 II 30 aprile, « il generale in capo Bonaparte partì da qui alle 10 del mattino, accompagnato da altre 4 carrozze e da cavalleria; aveva l’aspetto assai malaticcio ».“' L’uomo del destino, durante le 28 ore del suo soggiorno a Trieste, fu tormentato da un ostinato mal di denti, al quale andava soggetto. Tentò tutti i palliativi; si fece anche salassare dal chirurgo Francesco Pellegrini, ma inutilmente. Se fosse rimasto ancora un giorno, avrebbe potuto leggere sulla Gazzetta di Trieste un ameno articolo sul « Rimedio al Male di Denti », dovuto al Rev. Teodoro Clemente Comparini, Abate di San Martino in