39 cantò a Venezia sempre in parti serie e la Crespi, che nell’autunno del 1767 fu scritturata dal R. Ducal Teatro di Milano.30 In quest’anno « il governo, impressionato dalla crisi dei traffici e dalla situazione della città, mandò il conte Perlas a inquirere sulle ragioni dei malanni. Quando questi diede libertà a tutti di esporre la loro opinione e fece invito di mandargli memoriali e studi, i giudici rettori e tredici degli ottimati del Consiglio gli consegnarono un memoriale violentissimo contro l’intendenza, pieno di iperboliche accuse, contenente alcuni punti delle rivendicazioni autonomistiche... protestavano infine contro l’avvenuta trasformazione dell’aula grande del Palazzo comunale in sala da Teatro ». L’Intendenza chiese la punizione esemplare dei calunniatori. « Dopo inchieste e processo », gli autori del memoriale, Giambattista Giuliani, Francesco e Giovanni Antonio Donadoni, Giuseppe Francol, Andrea Bonomo, Geremia Leo e altri membri delle vecchie case Piccardi, Capuano, Francol, Giuliani, Burlo, Marchesetti, nonché due delle famiglie più recenti dei Kupferschein e dei Prandi, furono puniti come prepotenti queru-lanti e esclusi per sempre dal Consiglio.'17 Delle rappresentazioni date nel 1761 mi manca qualsiasi notizia. Per il 1762 c’è il libretto de ha Scaltra spiritosa 38 di Niccola Piccinni, data per la stagione d’autunno. Ben giustificata è questa volta la qualifica di celebre, che si prodigava a tutti i maestri. Il Piccinni aveva dato nuove e migliori forme all’opera buffa, sviluppandone la strumentazione, tanto, nota il Burney, « che non vi sono copisti, in Italia, che vogliano copiare una delle sue opere, senza compenso di uno zecchino di più del solito prezzo dell’opere d’altri compositori. Ma siccome nelle opere comiche, egli scrive quasi sempre per voci scadenti, così è obbligato a cercare effetto dagli strumenti, e veramente queste opere buffe abbondano di contrasti dialogati, i quali è necessario coprire con l’orchestra ».39 Ma si sacrificava volentieri lo zecchino al maestro trionfatore. « A Napoli, dal 1754 al 1776, non vi fu, si può dire, anno teatrale in cui non si rappresentassero opere di Niccola Piccinni : dopo il 1776, come è noto, il Maestro che sembrò personificare in sè stesso il tipo della musica italiana del tempo, si recò a Parigi a rappresentarla nella celebre lotta col Gluck ».40 La Catallo o Catalli dei libretti dovrebbe essere Anna Maria Cataldi, alla quale la Gazzetta Toscana fece un singoiar complimento quand’ella cantò alle magnifiche nozze d’un ricco mercante di Li- 1761 1762